IL FATTO - Dal 26 agosto riaprono i cancelli di Fca Cassino Plant e di molte fabbriche dell'indotto. Fim, Fiom e Uilm: "Per combattere la pandemia abbiamo bisogno di responsabilità collettive e individuali, ma anche di soluzioni che non dividano e discriminino i lavoratori in azienda"
Con la risposta ufficiale del governo sull’obbligo di Green pass in mensa diffusa il 14 agosto scorso, ora le aziende sono attese dal loro primo vero banco di prova: anche per pranzare sui luoghi di lavoro sarà necessario presentare la Certificazione verde Covid-19, proprio come dal 6 agosto accade in ristoranti, bar e tutti i luoghi con servizio di ristorazione al chiuso e al tavolo. Dopo il malcontento espresso anche dalla categoria dei lavoratori e il primo sciopero in Piemonte annunciato (e poi ritirato) a seguito della decisione di una fabbrica di confinare in un gazebo i non vaccinati, la sfida delle aziende sarà quella di gestire al meglio la nuova direttiva.
A Cassino la prima vera prova si avrà la prossima settimana, dal 26 agosto, quando riapriranno i cancelli dello stabilimento Stellantis e di molte fabbriche dell’indotto. Ma intanto i sindacati, in maniera unitaria, con un comunicato congiunto a firma di Fiom, Fim e Uilm, mettono in guardia sui possibili rischi del provvedimento e nella nota diramata ieri spiegano: “Le mense sono un luogo di lavoro e sono tutelate dai contratti di lavoro, non accetteremo mai nessuna disparità di trattamento fra luoghi di lavoro e mense.
Si leggono comunicati aziendali che impongono o lasciano imporre alle aziende che somministrano cibo nelle mense - sulla scorta di una faq governativa, che non ha valore legislativo - la messa in discussione dell’accesso alle mense per tutti i lavoratori e le lavoratrici. Fim, Fiom e Uilm condividono l’obiettivo di completare la campagna vaccinale e di continuare a garantire sicurezza nei luoghi di lavoro ma ritengono queste iniziative in contrasto con lo spirito di confronto e partecipazione che durante la prima fase della pandemia ha determinato la scrittura di protocolli nazionali e aziendali utili a ridurre il rischio di contagio da Covid-19 nei luoghi di lavoro”.
Proseguono i sindacati: “Il diritto alla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro è imprescindibile; pertanto è necessario continuare a far applicare in modo serio e rigoroso i protocolli esistenti a partire dal distanziamento, l’uso dei dispositivi di protezione e tracciamento. Riteniamo inaccettabile la mancanza di chiarezza normativa e la confusione generata dalla comunicazione governativa in assenza di provvedimenti chiari, con il rischio di generare contenziosi, discriminazioni, differenze di trattamento su materie così delicate.
Alle iniziative unilaterali delle imprese rispondiamo con la contrattazione e con la richiesta di convocare i comitati Covid in ogni azienda, perché non possono essere messi in contrapposizione i diritti ma bisogna trovare soluzioni che riducano al minimo possibile i rischi sui luoghi di lavoro. Il costante tracciamento attraverso i tamponi a carico delle aziende per i lavoratori garantisce il green pass. Per combattere la pandemia abbiamo bisogno di responsabilità collettive e individuali, ma anche di soluzioni che non dividano e discriminino i lavoratori in azienda. Ora è il momento della chiarezza verso le lavoratrici e i lavoratori, il Governo agisca subito prima che la situazione diventi incontrollabile”.
Il primo a mostrare pollice verso alla possibilità di escludere i lavoratori dalle mense aziendali era stato il segretario della Cgil Maurizio Landini. Oggi dalla Fiom gli fa eco il suo successore, Michele De Palma, che dice: “Le imprese che vanno all’attacco unilaterale del diritto alla salute e alla mensa per i lavoratori metalmeccanici devono sapere che aprono uno scontro favorito dalla incapacità del governo di stabilire regole chiare.
Il diritto alla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro è il imprescindibile pertanto è necessario far applicare alle imprese in modo serio e preciso i protocolli esistenti. Per il rientro al lavoro aprire il confronto sull’unico strumento che da relativa certezza sul contagio: i tamponi a carico delle imprese ed il tracciamento perché sappiamo che anche chi è vaccinato può contrarre ed essere portatore del virus. Se bisognerà scontrarsi sui diritti e sulla salute noi non staremo a guardare”.
Articolo precedente
Il Tg2 alla scoperta dei musei d’Italia: ecco Minturnae e l’Appia Regina Viarum