GIUDIZIARIA - Tra gli amministratori coinvolti spiccano i nomi del consigliere comunale Benedetto Leone e dell'ex vice sindaco Carmelo Palombo. Sono sette in totale le persone coinvolte: a ottobre la prima udienza. Il Comune si costituisce parte civile
Inchiesta sul bando di gara, redatto dal Comune di Cassino nel 2017, per il progetto "Città femminile, comunità plurale": scatta la richiesta di rinvio a giudizio per sette persone, indagate a vario titolo per turbativa d'asta e truffa.
I primi avvisi di garanzia erano partiti a novembre del 2019 dopo alcune segnalazioni giunte tra la fine del 2016 e l’inizio del 2017 che hanno dato il via all'inchiesta ed hanno permesso di ricostruire i presunti illeciti commessi per realizzare il progetto “Città femminile, comunità plurale” finanziato per un importo complessivo di circa 50mila euro.
Secondo l’accusa il progetto sarebbe stato “costruito” su misura per favorire l’impresa "Format", gestita dai coniugi Valente-Golino della città Martire e così nel gennaio del 2020 ad essere raggiunto da un avviso di garanzia è stato anche Benedetto Leone, assessore ai Servizi Sociali del Comune di Cassino all'epoca dei fatti ed oggi consigliere comunale di opposizione.
Il Sostituto Procuratore della Repubblica del Tribunale di Cassino ha ora chiesto al giudice per l'udienza preliminare il decreto che dispone il rinvio a giudizio nei confronti degli imputati che dovranno rispondere di diversi reati.
Sono sette le persone per le quali è stato chiesto il rinvio a giudizio: l'ex assessore Benedetto Leone, oggi consigliere di opposizione; l'ex vice sindaco della giunta di Centrodestra Carmelo Palombo, l'ex segretario comunale Lorenzo Norcia, il funzionario del settore dei Servizi Sociali Aldo Matera, la progettista Sara D'Aliesio titolare di un contratto di collaborazione con il Consorzio Servizi Sociali del Cassinate, l'imprenditore Raffaele Valente e sua moglie Maria Rosaria Golino, titolari della ditta "Format" che si occupa di formazione extra scolastica: si sarebbero aggiudicati il progetto, finanziato dalla Regione Lazio, con la complicità degli amministratori comunali.
La Regione Lazio e il Comune di Cassino risultano pertanto essere persone offese: la giunta comunale di Cassino presieduta dal sindaco Enzo Salera che si è riunita ieri ha pertanto stabilito di costituirsi parte civile. La prima udienza è prevista entro la fine del mese di ottobre.
Articolo precedente
Riforma del Catasto, Salvini plaude a PontecorvoArticolo successivo
Per la prima volta il tempo pieno alla scuola primaria di Aquino