TERRITORIO - Il primo cittadino di Esperia al vetriolo: "Ancora una volta, si assiste alla mera strumentalizzazione politica di argomenti tecnici, l'opposizione diffonde messaggi falsi e non veritieri"
di Giuseppe Villani*
L’articolo apparso qualche giorno fa sui quotidiani locali, relativamente agli argomenti discussi nell’ultimo Consiglio comunale del 07/12/2022, necessita di una replica immediata al fine di consentire alla cittadinanza di Esperia di conoscere i fatti reali.
La maggioranza viene accusata di non occuparsi della manutenzione delle strade e di portare in Consiglio documenti “approssimativi” per la costituzione di un Consorzio che viene definito un “carrozzone”. Anche in questo caso l’articolo denota una pochezza di argomenti da parte del gruppo “Esperia che cambia”, oltre che una grande approssimazione e una scarsa conoscenza degli argomenti.
Per quanto concerne la manutenzione delle strade, l’Amministrazione Villani, grazie anche a vari finanziamenti ottenuti a seguito di particolari eventi atmosferici del 2018, 2020, 2022 e all’utilizzo dell’avanzo di amministrazione, ha destinato una significativa quota del bilancio comunale alla manutenzione delle strade a vario titolo. Pertanto, sembra alquanto inadeguata la critica del gruppo di minoranza circa la “la situazione disastrata” delle strade. La questione è stata trattata nello scorso Consiglio comunale e non appena saranno pubblicate le delibere con la documentazione fotografica allegata, per la cittadinanza sarà possibile verificare l’inconsistenza degli argomenti sostenuti dalla minoranza.
Per quanto concerne il costituendo Consorzio LIRIS, al fine di far comprendere a tutti la necessità dell’adesione allo stesso occorre ricostruire in breve la disciplina giuridica dei Consorzi imbriferi che furono istituiti con la legge 959 del 1953, che riguarda lo sfruttamento delle acque per produrre energia elettrica La legge istitutiva dei Bacini imbriferi montani definisce i Consorzi quali “Consorzi obbligatori” di Comuni, specificando peraltro che “In attesa della costituzione dei consorzi di cui ai precedenti commi secondo e terzo, i sovracanoni sono versati su un conto corrente fruttifero della Banca d'Italia, intestato al Ministro per i lavori pubblici, il quale provvede alla ripartizione fra i vari consorzi”. In sostanza, la ratio della norma è quella di evitare che i singoli Comuni possano ricevere direttamente i sovracanoni quali risorse libere di bilancio, affinché possano essere destinate “ a favore del progresso economico e sociale delle popolazioni, nonché ad opere di sistemazione montana che non siano di competenza dello Stato”. Infatti, sino al 2013 circa, i Comuni del bacino imbrifero Liri Garigliano, a fronte dell’assenza della costituzione del Consorzio BIM, non hanno ricevuto alcuna somma a titolo di sovracanone, non essendo possibile versare i canoni direttamente sui conti dei Comuni da parte dei soggetti gestori. Successivamente, grazie ad azioni legali, che hanno comportato spese piuttosto onerose per tutti i Comuni, è stato possibile recuperare parte dei sovracanoni dovuti dall’ENEL.
Al fine di evitare spese così dispendiose per i Comuni, questa Amministrazione ha sostenuto l’iniziativa del Sindaco di Picinisco di costituire un Consorzio del bacino imbrifero della Provincia di Frosinone al fine di dare attuazione ad un obbligo normativo risalente addirittura al 1953.
Con riferimento alle accuse di approssimazione relativamente allo Statuto, si evidenzia che l’approssimazione è esclusivamente dei Consiglieri del Gruppo “Esperia che cambia” che non hanno letto attentamente quanto riportato nei documenti messi a disposizione dagli uffici.
Viene lamentata la mancata elencazione dei Comuni partecipanti. Ciò deriva esclusivamente dal fatto che trattandosi di un Consorzio in costituzione su cui i Comuni stanno deliberando nei rispettivi Consigli, non era possibile già elencarli. Tuttavia, viene definito in maniera dettagliata il perimetro del Bacino del Consorzio che è quello definito dal Decreto del Ministro dei Lavori Pubblici del 14 dicembre 1954, poi modificato con il D.M. del 1979 e, da ultimo, con il D.M. del 2017, nonché dal DM 24/03/2021 e dal DM 28/07/2021.
Per quanto concerne le finalità, sono state richiamate quelle previste dalla legge istitutiva; tuttavia, al fine di poter ampliare la possibilità di intervento del Consorzio, anche alla luce dell’abolizione delle Comunità montane, ormai in liquidazione, è stata prevista la possibilità di poter delegare ulteriori funzioni. Tuttavia, le ulteriori funzioni potranno essere delegate solo previa ulteriore deliberazione di Consiglio comunale da parte dei singoli Enti.
Per quanto concerne la presunta assenza nello Statuto delle quote di partecipazione dei Comuni, i Consiglieri del gruppo “Esperia che cambia” dimostrano approssimazione e mancanza di conoscenza dell’argomento. Infatti, le quote non possono essere decise dagli enti aderenti al consorzio, posto che esiste un decreto ministeriale che individua i riparti e lo stesso giammai può essere modificato da fonte normativa non statale, stante il principio della gerarchia delle fonti e della competenza tra i diversi livelli di governo definita nel titolo V della Costituzione, che invitiamo i Consiglieri a leggere attentamente. Si tratta del DECRETO 28 luglio 2021 del Ministero della transizione ecologica recante “Modifica del decreto 27 dicembre 1983, recante la ripartizione delle percentuali dei sovracanoni dovuti dai gestori di impianti idroelettrici ai comuni appartenenti al Bacino Imbrifero Montano”, richiamato sia nello statuto che nell’atto costitutivo, oltre che nella deliberazione consiliare. Pertanto, sarebbe stata sufficiente una lettura più attenta dei documenti approvati dal Consiglio comunale piuttosto che esprimere un voto contrario giustificato solo dalla mancata conoscenza degli argomenti.
Anche i timori sui costi derivanti dagli organi del costituendo Consorzio è un timore infondato che deriva dalla mancata conoscenza della normativa vigente sin dal 2010. Infatti, l’articolo 5, comma 7 del d.l. 31 maggio 2010, n. 78, recante “Misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica”, dispone che “(…) Gli amministratori di comunità montane e di unioni di comuni e comunque di forme associative di enti locali aventi per oggetto la gestione di servizi e funzioni pubbliche non possono essere attribuite retribuzioni, gettoni, o indennità o emolumenti in qualsiasi forma siano essi percepiti”. Pertanto, il fantomatico costo dell’apparato politico sarà pari a zero. Per quanto concerne il personale, il numero dei dipendenti necessario dipenderà chiaramente dalle funzioni che il Consorzio andrà a svolgere. Si tratterà, tuttavia, sicuramente di un costo irrisorio, da ripartire tra gli enti aderenti le cui spese saranno sostenute con il fondo consortile, e pertanto con i sovracanoni incassati dal Consorzio, la cui restante parte sarà ripartita tra gli Enti. Tale costo sarà sicuramente inferiore a quello sostenuto sino ad oggi da questo Ente per il recupero dei Canoni e pertanto ci sarà un notevole risparmio e non uno spreco per il nostro bilancio.
Ancora una volta, si assiste alla mera strumentalizzazione politica di argomenti tecnici; ancora una volta i Consiglieri di minoranza cercano di gettare fango sull’operato dell’Amministrazione diffondendo messaggi falsi e non veritieri, dimostrando approssimazione e mancato approfondimento su argomenti di grande rilevanza per il territorio.
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