CRONACA - Dopo lo spiacevole episodio si è verificato la scorsa settimana all’Ospedale Santa Scolastica di Cassino, il personale sanitario si sfoga: "Non è stato un caso isolato, serve più sicurezza". Nicoletta Palombo: "Sono però numerose le persone che ogni giorno si presentano da noi anche in assenza di reale emergenza, ciò comporta sovraffollamento e disagio per chi ha urgente bisogno di assistenza"
Lamenta un’attesa di oltre quattro ore e, spazientito, prende a calci e pugni un infermiere. Lo spiacevole episodio si è verificato la scorsa settimana all’Ospedale Santa Scolastica di Cassino. Due uomini residenti a Mignano Montelungo, comune dell’Alto Casertano alle porte della Città Martire, poco dopo le 17 hanno fatto accesso al Pronto Soccorso dell’ospedale di Cassino: il padre lamentava un dolore, con lui il figlio che lo aveva accompagnato. Non configurandosi come emergenza, l’uomo è stato chiamato poco dopo le 21, ma quando l’infermiere si è recato in sala d’attesa, ha dovuto subire l’aggressione del figlio del paziente, innervosito per la lunga attesa.
Lo spiacevole episodio porta alla ribalta la necessità di una maggiore sorveglianza nel Pronto Soccorso perché quello della scorsa settimana non è stato un caso isolato: è venuto alla luce perché è intervenuto il sindacato - nello specifico la Uil Fpl - ma tanti sono gli episodi simili o le violenze verbali che si registrano di continuo nel Pronto Soccorso ai danni dei camici bianchi.
Ad uscire allo scoperto è l’infermiera Nicoletta Palombo che dopo i fatti della scorsa settimana, racconta: “Sono una Infermiera attualmente impegnata in uno dei reparti meno ambiti e tristemente noti: il Pronto Soccorso. In Pronto Soccorso si fornisce tempo a chi non ne ha. In pochi minuti e con pochi elementi a disposizione è necessario effettuare diagnosi complesse e trattamenti tempestivi ed adeguati. L'unico imperativo è ‘correre’ per garantire assistenza con dedizione e competenza in primis a quanti sono vittima di vere e proprie emergenze”.
E qui viene il punto: quali sono le reali emergenze? L’infermiera lo spiega nel dettaglio: “Un infarto cardiaco, un ictus, un'emorragia incontrollata, un trauma grave. Per questo motivo quando una persona si presenta in Pronto Soccorso le viene assegnato un codice indicativo dell'urgenza del trattamento nell'area di triage dopo una attenta valutazione da parte di un professionista. Sono però numerose le persone che ogni giorno - racconta l’infermiera - si presentano in Pronto Soccorso anche in assenza di reale emergenza”.
L’infermiera spiega che ciò rappresenta un danno per tutti in quanto comporta “allungamento dei tempi di attesa, sovraffollamento, disagio per chi ha urgente bisogno di assistenza e, non ultimo, conseguenze negative sui professionisti, sempre più spesso vittime di violenza o di sindrome da burn-out, e sull'intera organizzazione assistenziale”.
Conclude l’infermiere del nosocomio cassinate: “Tuttavia il Pronto Soccorso continua ad essere per le persone la vera piattaforma di uguaglianza di fronte alle più svariate situazioni ed, in quanto tale, è necessario si mantenga efficiente: non per il diritto alla Salute, ma per il diritto alla vita”.
Alle sue parole gli fa eco nuovamente la Uil Fpl: “Riteniamo indispensabile – spiegano i sindacalisti Quagliozzi e Palombi – che almeno una guardia giurata sia presente nelle strutture sanitarie per garantire l’incolumità di operatori che sono abbandonati a sé stessi”.
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