ECONOMIA - La Fiom-Cgil promuove un sit-in dinanzi i cancelli dello stabilimento Stellantis: "La conduzione delle officine e della politica aziendale dello stabilimento di Cassino è chiaramente fuori controllo". Lunedì 12 giugno al montaggio lavora un solo turno
"La conduzione delle officine e della politica aziendale dello stabilimento di Cassino è chiaramente fuori controllo. È un dato di fatto. Lo dimostra la scarsità di vedute ed il continuo 'navigare a vista' rispetto alle condizioni di lavoro e all’organizzazione dello stesso. Le condizioni lavorative, già precarie e massacranti, nel giro di 2 anni sono peggiorate. In assenza di un piano industriale regna nello stabilimento un doloroso clima di incertezza sul futuro".
È quanto denuncia in una nota la Fiom-Cgil che ha tenuto un sit-in davanti lo stabilimento di Piedimonte San Germano. Argomenta il segretario della federazione di Frosinone e Latina Donato Gatti: "L’unica cosa certa sono i tagli e l’abbassamento dei costi scaricati sui lavoratori e sulle lavoratrici, compresi quelli in appalto che stanno già pagando cara la pelle. Tagli anche al mantenimento del microclima in nome del “risparmio energetico” e cosa ancor più grave riduzione delle giuste condizioni igieniche. I cicli di lavoro sono aumentati a livelli insostenibili, arrivando in alcuni casi anche al 98% di saturazione. Da Torino a Melfi, passando per Pomigliano e Atessa fino a Cassino il messaggio è fin troppo chiaro: spremere le lavoratrici e i lavoratori fino all'osso.
In Italia tra il 2022 e il 2023 sono stimati circa 7000 posti di lavoro in meno. Lo stabilimento di Cassino tra il 2018 e il 2022 ne ha persi circa 2000.La trasferta della FIOM alla sede centrale Stellantis in Francia è sicuramente un fatto storico, in cui abbiamo chiesto risposte e un tavolo negoziale che si può ottenere soltanto con il contributo di tutti. La fabbrica di motori di Douvrin, a nord della Francia, sta chiudendo causando la perdita di 1200 posti di lavoro. In 10 anni dall’avvento di Tavares in Francia, si sono persi almeno 30000 posti di lavoro. Lo stesso processo è toccato dopo l’acquisizione di Opel in Germania e in Ungheria. Ora tocca agli stabilimenti italiani".
Argomenta ancora il segretario Donato Gatti: "Di fronte ad un’emorragia dilagante e all’emergenza su tutto il settore dell’ Automotive, è necessario unirsi come classe operaia ed opporci alla repressione nelle fabbriche e alla desertificazione a livello occupazionale.
Gli scioperi di Pomigliano hanno lanciato, al grido di “Dignità” , un allarme che non può non essere raccolto anche in tutti gli altri stabilimenti.
È necessario mobilitarsi per difendere gli stabilimenti e allo stesso tempo conquistare un tavolo di trattative che metta al centro politiche industriali incentrate sulla transizione ecologica capace di garantire investimenti e mantenimento dei livelli occupazionali a tutto il settore dell’auto. La Fiom Cgil ha chiamato in causa anche il Presidente del Consiglio a cui abbiamo inviato una richiesta d’incontro perché il Governo Italiano ha il dovere di assumersi la responsabilità rispetto al futuro di decine di migliaia di famiglie".
Nella giornata di lunedì 12 giugno, intanto la direzione aziendale comunica che saranno ferme tutte le unità lastratura verniciatura tutta la giornata il montaggio sarà fermo solamente sul turno di pomeriggio.
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