Opinioni - Basta guardarsi intorno per vedere il triste scenario che si profila, grandi aziende di livello nazionale che riducono la propria produzione, indotto dell’auto che chiude i battenti in alcuni settori, piccole e medie attività che cercano di sopravvivere di fronte ad una globalizzazione che le marginalizza. Spenti i riflettori sugli Stati Generali della Provincia, è il momento di agire
Di recente si sono svolti Gli Stati Generali della provincia di Frosinone, a cui hanno partecipato la Regione, i rappresentanti delle varie istituzioni presenti sul territorio e gli imprenditori di tutta la Ciociaria, su invito dei vertici della stessa Provincia, promotori dell’evento. Il tema riguardava le azioni strategiche da mettere in campo insieme agli enti territoriali, agli enti locali ed alle Associazioni di settore per rilanciare l’economia del territorio, indissolubilmente legata alla produttività e capacità d’impresa.
Si è parlato anche di una rivalutazione del ruolo delle province, marginalizzato dalla legge “Del Rio”, e di una Pubblica amministrazione nuova ed innovativa, più attenta alle esigenze di chi fa impresa, con minori lungaggini burocratiche che molto spesso paralizzano l’imprenditoria locale. Senza entrare oltre nel merito delle tematiche trattate, ampiamente riportate nel dettaglio da tutti gli organi di stampa regionali e provinciali, vi è da notare che come spesso avviene in tali circostanze tutti erano d’accordo su tutto, salvo poi verificare se nel prossimo futuro verrà messa concretamente in campo, da parte di tutti i soggetti interessati, la coerenza necessaria per per dare attuazione agli impegni assunti.
In una nota trasmissione di una tivù locale andata in onda qualche giorno dopo, che intervistava sull’argomento noti personaggi di peso, sia politici che di associazioni imprenditoriali, si è espressa forte soddisfazione per la presenza di amministratori sia di destra che di sinistra ad un evento che in qualche modo segnava una forte unità di intenti di tutti, sia riguardo al rilancio della Provincia di Frosinone come Ente intermedio che dovrà essere dotato di nuove deleghe e di concreta rappresentanza diretta dei cittadini, sia riguardo alla necessità di promuovere uno sviluppo economico e produttivo di tutta la Ciociaria mirato ad una crescita del Pil del Basso Lazio ed in linea con le aspettative poste dai mercati.
Destra e sinistra, quindi, unite su un fronte comune ! Questo, in sintesi, l’appello del Presidente Rocca nella sua ampia relazione, il quale ha anche voluto rassicurare che la regione ci sarà e svolgerà appieno il suo ruolo di coordinamento e di programmazione perché il piano decolli.
Occorrerà poi vedere se ai proclami seguiranno concretamente i fatti, e vengo al nodo della questione che in questo breve corsivo può interessare qualche lettore, cioè la complessità delle questioni a fronte della semplicità delle soluzioni.
Parto dalle parole della rappresentante di Unindustria che ha auspicato una Pubblica Amministrazione a misura d’impresa, cioè come soggetto non solo controllore ed autorizzatorio, ma consulente tecnico amministrativo e facilitatore delle istanze degli imprenditori.
La tempistica decisionale della P.A., intesa in senso lato, gioca un ruolo chiave nella competitività d’impresa, tanto è che molti imprenditori preferiscono investire o delocalizzare in luoghi dove hanno facilitazioni e semplificazione delle procedure di istanze di finanziamento o di autorizzazione di inizio delle attività.
La domanda a questo punto è: quanti Sindaci hanno completamente digitalizzato gli Sportelli unici per le attività produttive e le collegate procedure, nel pieno rispetto sia delle semplificazioni introdotte dalla legislazione sul procedimento amministrativo e di quelle sulla trasparenza ed anticorruzione?
Quanti Comuni hanno provveduto ad aggiornare i propri piani urbanistici e delle attività produttive in ragione delle effettive necessità di uno sviluppo pianificato del proprio territorio, con i collegati regolamenti attuativi finalizzati a promuovere crescita ed attività d’impresa? Quanti Comuni utilizzano la Stazione appaltante Unica messa a disposizione dalla Provincia per l’acquisizione di forniture , beni e servizi, al fine di velocizzare le procedure di affidamento riducendo al minimo i potenziali ricorsi? Questo, per dire che Gli Stati Generali funzionano se al termine dei lavori vi è un protocollo d’intesa sulle linee guida da perseguire congiuntamente siglato da tutte le parti in causa.
Ciò dipenderà molto dal tavolo permanente prospettato responsabilmente dal Presidente della Regione e da questo dipenderà il successo o l’insuccesso della strategia intrapresa. Ma oltre ciò vi è anche da sollevare un’altro problema, cioè quello della rappresentanza politica del territorio, del suo peso e della capacità di rendersi interprete delle esigenze di tutti, cittadini ed imprese. L’attuale legge elettorale, purtroppo, fallisce l’obiettivo di rendere gli eletti dipendenti dai territori che li hanno votati, essendo le liste ed in qualche modo anche gli eletti dipendenti dalle decisioni dei partiti di appartenenza. In campo per la rappresentanza territoriale restano, quindi, le Regioni ed i Comuni, ed in parte le Province con il ruolo dimezzato dalla cosiddetta riforma “Del Rio”.
Il sistema della rappresentanza è squilibrato, la Bassa Ciociaria non ha infatti rappresentanti in Parlamento, sopperiscono in qualche modo gli eletti del nord della provincia e non sempre fanno sistema quando si tratta di difendere gli asset del territorio, perché divisi tra maggioranza di governo ed opposizione.
Basta guardarsi intorno per vedere il triste scenario che si profila, grandi aziende di livello nazionale che riducono la propria produzione, indotto dell’auto che chiude i battenti in alcuni settori, piccole e medie attività che cercano di sopravvivere di fronte ad una globalizzazione che le marginalizza, altre che programmano di delocalizzare perché prive dei servizi necessari per continuare la propria attività, vedasi settore cartario, ad esempio.
Bene, quindi, Gli Stati generali della Provincia come momento che ha messo a nudo le criticità ed indicato a forze politiche ed Istituzioni le linee comuni da seguire per lo sviluppo futuro della cosiddetta Area vasta provinciale ( alta e bassa Ciociaria), con l’auspicio che, spenti i riflettori, il tutto non si riduca solo ai soliti giochi di sempre, come qualche delega in più da parte della regione, qualche ibrido accordo tra maggioranza ed opposizione sui futuri assetti politici interprovinciali in vista delle elezioni europee, o peggio ancora sulla ripartizione delle cariche nei vari enti.
In tal caso consiglierei di leggere il saggio di S. FELTRI “ La Politica non serve a niente” edito da Rizzoli che richiama la necessità da parte delle forze politiche, sia di maggioranza che di opposizione, di rendersi interpreti della complessità del mondo globalizzato attuale assumendo in ogni circostanza decisioni responsabili ed adeguate, in luogo dei soliti proclami o partigianerie, e mette in guardia dalla competizione che ci sarà in futuro per effetto di fattori nuovi, come la presenza sui mercati dei Paesi in via di industrializzazione, cosiddetti emergenti, l’aggressività della Finanza speculativa, il Know-how dell’Intelligenza Artificiale, ecc… e tutto ciò in uno scenario mondiale molto complicato da pandemie, guerre, migrazioni, recessioni economiche, ecc...
Se non si prende atto di questi cambiamenti, rimanendo confinati in giochi e giochetti di palazzo, la politica rischierà di perdere la sua partita in Ciociaria e soprattutto nella bassa Ciociaria, quest’ultima una volta Terra di Lavoro, oggi sempre più Terra di mezzo, con il rischio di divenire appetibile solo per l’ubicazione di attività inquinanti che nessuno vuole.
Riccardo Pignatelli
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