Pontecorvo - L'orgoglio dell'ex vice sindaco della città fluviale: "Il mio impegno non si è mai interrotto e continuerà. Ho riportato Pontecorvo in Parlamento come nel 1952"
Da Vicesindaco di Pontecorvo, a partire dal 2015 mi sono impegnata a riscoprire e a dare risalto a questi tragici fatti, fino ad allora relegati ai margini della storia, un po’ perché purtroppo queste violenze furono perpetrate da un Corpo di spedizione alleato, quello coloniale francese, un po’ perché inevitabilmente le vittime avevano subito una sorta di stigma a seguito di questa violenza e si preferiva dimenticare, tacere, per vergogna principalmente.
“Dimenticare per ricostruire” questo il motto del dopoguerra. Ed è vero, il nostro era un territorio distrutto, ma anche le persone erano state oggetto di quella distruzione, e tra loro ci sono le Marocchinate. Pontecorvo ha un legame speciale con queste donne, perché proprio a Pontecorvo si riunirono nel mese di ottobre del 1951, per la prima volta, proprio le Marocchinate, per chiedere di essere riconosciute a tutti gli effetti di legge delle vittime di guerra. Perché tali erano. C’è un bellissimo resoconto dei lavori parlamentari dell’aprile 1952 in cui Maria Maddalena Rossi, racconta questo episodio, alla Camera.
A parlare è Moira Rotondo, che argomenta: "Da quasi un decennio il mio è un impegno costante che non si è mai interrotto, neppure con la conclusione del mio mandato di amministratore.
Piano piano non ho fatto altro che portare questo tema dalle aule consiliari prima in Regione ed ora finalmente all'attenzione del Parlamento per volontà del Senatore Gasparri, che ringrazio dal profondo del cuore. Il mio partito, Forza Italia, mi ha sempre sostenuta. Azzurro Donna in primis, con l'onorevole Catia Polidori e le colleghe da tutta Italia.
I consiglieri regionali, su tutti Pino Simeone, al quale va la mia riconoscenza per quanto fatto in questi anni. Ma non posso dimenticare Fiorenza Taricone dell'Università di Cassino, Damiana Leone di Errare Persona col suo straordinario Docufilm, Vittoria Tola dell'UDi, le dirigenti scolastiche e i prof con i quali abbiamo portato ai ragazzi delle scuole un tema pressoché sconosciuto.
Al netto delle sterili e pretestuose polemiche sul fatto di celebrare questa giornata in memoria delle Marocchinate 24h prima o 24 ore dopo, che trovo davvero indegne di un paese civile, posso affermare che a 80 anni da quei drammatici fatti del maggio 44, siamo davvero sulla strada giusta. Siamo arrivate in Parlamento ma non ci fermeremo neppure ora.
Anticipavo all'amico eurodeputato Salvatore De Meo, che porteremo le Marocchinate fino a Bruxelles, per ricordare non solo loro ma tutte le donne vittime della piaga degli stupri di guerra. Siano esse bosniache, russe, ucraine, israeliane o palestinesi."
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