Cronaca - Dopo la diffida presentata da un imprenditore, interviene anche il Dicastero delle Infrastrutture e dei Trasporti per chiedere le eventuali verifiche e la rimozione. In città prosegue anche il fenomeno di spot su insegne luminose, ma il 'Salera bis' inizia com'è finito il 'Salera uno': "Chian chian"
Pubblicità abusiva, noto imprenditore di Cassino pronto a presentare un esposto alla Procura della Repubblica di Cassino per veder riconosciuti i proprio diritti dal momento che un impianto abusivo collocato sul ponte della ferrovia non viene eliminato. Dopo la diffida presentata nei giorni scorsi, anche il Ministero dà ragione all'imprenditore e invita il Comune ad attivarsi. Ecco la nota giunta nelle scorse ore:
“Il sindaco in campagna elettorale ha parlato di legalità e di rispetto delle regole ancora ad oggi, dopo oltre due mesi dalla mia diffida - spiega l’imprenditore - ancora non ha fatto nulla. Adesso che la campagna elettorale è finita o vengono date immediatamente risposte concrete, oppure mi vedo costretto a rivolgermi in Procura perché la questione dei 6x3 deve essere immediatamente regolamentata”.
Il comandante della polizia locale e il sindaco Salera avevano comunicato verbalmente all’imprenditore che, a seguito di accertamenti, è stato appurato che l’area ove ricade il pilastro del 6x3 è di proprietà di Ferrovie dello Stato, dunque spetta a loro l’eventuale rimozione.
Scatta insomma il solito scaricabarile, anche se potrebbe bastare una semplice ordinanza dal momento che non c’è alcuna autorizzazione, ecco perché l’imprenditore comunica che si recherà in Procura forte anche del parere giunto in mattinata dal Ministero dei Trasporti.
Quello della pubblicità abusiva resta insomma un Tallone d'Achille dell’Amministrazione Salera che in campagna elettorale hanno permesso la divulgazione di pubblicità elettorale su ledwall luminosi limitandosi a qualche sanzione senza mai intervenire in maniera drastica e definitiva. Fenomeno che continua senza sosta, con la complicità dell'amministrazione comunale che inizia il secondo tempo così come aveva chiuso il primo, in merito al fenomeno della pubblicità abusiva: "Chian chian".
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