Carenza di personale al Pronto Soccorso di Cassino, l'Ugl lancia l'allarme

Cronaca - La Roccatani snocciola le cifre del disastro: "Ci sono appena 3 unità a turno ma, di fatto, troppo spesso solo 2 in attività, se non addirittura uno solo. Questo quanto ci è stato rappresentato dai lavoratori i quali ci hanno riportato le giuste proteste da parte dei familiari dei malati costretti a rimanere sulle barelle per giorni interi, senza la necessaria assistenza da parte degli OSS"

Carenza di personale al Pronto Soccorso di Cassino, l'Ugl lancia l'allarme
di autore Alberto Simone - Pubblicato: 20-06-2024 18:26 - Tempo di lettura 2 minuti

“C’è carenza di personale OSS al pronto soccorso e OBI (osservazione breve intensiva), una denuncia dell’UGL Salute che la Asl di Frosinone nega nonostante l’evidenza”.  Così la Segretaria Provinciale Rosa Roccatani incalza il Commissario Straordinario dell’Azienda Sanitaria Locale ciociara Sabrina Pulvirenti che finora non ha ritenuto di affrontare la situazione a dir poco complicata, che lede non solo i diritti degli operatori sanitari ma anche e soprattutto dei malati.


“Sono appena 3 unità a turno sulla carta impiegati presso il Pronto Soccorso del P.O.. di Cassino – spiega la Roccatani – ma, di fatto, troppo spesso solo 2 in attività, se non addirittura uno solo. Questo quanto ci è stato rappresentato dai lavoratori i quali ci hanno riportato di giuste proteste da parte dei familiari dei malati costretti a rimanere sulle barelle per giorni interi, senza la necessaria assistenza da parte degli OSS”.


“Quello che manca – sottolinea anche la Roccatani – è la volontà della Direzione Strategica della Asl di affrontare il problema ritenendo probabilmente le nostre rimostranze e quelle degli operatori sanitari pretestuose. Infatti, nulla ha fatto il Direttore Sanitario Aziendale  dott. Luca Casertano informato della circostanza, nulla il Commissario Straordinario dott.ssa Sabrina Pulvirenti, il silenzio assordante fa penare che al Pronto soccorso e osservazione Breve Intensiva non esistono problematiche, tutto va a meraviglia e l’organico a disposizione è sufficiente! Tutto il contrario di quella che è la realtà!”.


Entrando nel dettaglio, questo personale OSS, oltre a fronteggiare le esigenze del Pronto soccorso e il fabbisogno dei pazienti in attesa di posto letto, devono soddisfare anche le necessità dei degenti afferenti il Reparto di Osservazione Breve Intensiva (OBI), si aggiunge:

1.l’attività di trasporto pazienti che necessitano delle svariate consulenze che dovrebbero essere effettuate nel Pronto Soccorso. 
2.“accompagnamento di pazienti che necessitano dell’esame ECG e ritiro dei conseguenti referti”, a quanto sembra  dovuto al mancato utilizzo della piattaforma di cardio on line sebbene attiva;
3.trasporto di pazienti al 2° piano della struttura in quanto troppo spesso la radiologia attigua il pronto soccorso non funziona;

Grava inoltre, sul medesimo personale le restanti attività di trasporto: “ritiro, consegna di campioni biologici, fornitura farmaci, presidi, attrezzature, apparecchiature elettromedicali,  attività rientrante tra i servizi esternalizzati (come da capitolato tecnico (Art.3 lettera a e  b che si allega), aggiudicato alla ditta EURO&PROMOS, ossequiata in altri PP.SS. (Pronto Soccorsi) 
Cosicché, si grava il personale dipendente delle attività dovute e non dovute, e soprattutto, a causa dell’esiguo personale addetto al trasporto in più casi gli esami diagnostici vengono rinviati prolungando i giorni di degenza dei malati a scapito degli utenti malati contribuenti.


Realtà ancora più inaccettabile, che troppo spesso il personale OSS per far fronte alle innumerevoli richieste da parte del personale medico e/o infermieristico (ritiro referti – trasporto pazienti nei vari reparti per le svariate consulenze - ritiro, consegna di campioni biologici – fornitura  farmaci) è costretto a sospendere l’attività rivolta ai pazienti malati, come la somministrazione del vitto – igiene al malato. 


Conclusione: pazienti malati per giorni e giorni sostanti nei meandri del P.S. in attesa di posto letto senza la minima riservatezza, mancato utilizzo del personale ausiliario afferente la ditta esterna sebbene ricompreso nell’appalto, ristrettezza del numero di OSS usati come asini da soma. “Non è questa la sanità che vogliamo, quello che la UGL auspica: attenzione nei confronti dei pazienti i malati in situazione di fragilità: rispetto per i professionisti dipendenti, che ripeto, lavoratori non bestie da soma!”.   





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