Economia - Dopo la riunione al Mimit di ieri, i sindacati sono ancora più preoccupati per il futuro dello stabilimento ed anche la vice presidente della regione Lazio Angelilli evidenzia le criticità. Il rientro previsto il 9 settembre potrebbe subire altri ritardi: gli addetti della mensa spediti a Rieti. La Uilm: "Bisogna parlare di ibrido". La Fiom: "C'è spazio per altri costruttori di auto". Il ministro Urso: "Incentivi fino al 2030"
Nulla di fatto. Il vertice di ieri al Mimit per fare il punto sull’automotive si è concluso con una fumata nera e con un certo scetticismo da parte dei sindacati. Il tavolo è stato presieduto dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso ed hanno presenziato associazioni di categoria tra cui Federmeccanica e Federmanager e sindacati dei metalmeccanici. Per la holding Stellantis, Giuseppe Manca, responsabile Risorse Umane di Stellantis Italia, e Daniela Poggio, responsabile della Comunicazione e delle Relazioni Istituzionali di Stellantis Italia. A rappresentare l’Anfia, l’associazione confindustriale che rappresenta le aziende della componentistica, il presidente Roberto Vavassori.
Nel corso dell’incontro è stato fatto il punto sui vari stabilimenti Stellantis ed è stato evidenziato come, anche a Cassino, non sia stato centrato l'obiettivo di una maggior produzione, per questo dal tavolo è emersa la necessità di nuovi incentivi. Per i rappresentanti delle sigle sindacali, però, potrebbe non bastare.
“A Governo e Stellantis chiediamo di arrivare finalmente ad un accordo sul futuro dell’automotive in Italia. Le polemiche che durano ormai da troppo tempo stanno aggravando una situazione già fortemente critica. Non è una questione di più produttori in Italia ma di salvaguardare l’attuale occupazione e di rendere più forte il settore” dichiarano Rocco Palombella, segretario generale Uilm, e Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm responsabile del settore auto, al termine della riunione del tavolo automotive convocata nel pomeriggio al Mimit dal Ministro Urso.
Dichiarazioni che fanno il paio con quelle della Fiom-Cgil che con Michele De Palma dice: “Nel 2024 si stanno producendo meno auto che nel 2023 (- 29,2% nel primo semestre). In un mercato di circa 1,5 milioni di auto immatricolate all’anno Stellantis, unico produttore in Italia, ne produce meno di 500.000. Gli spazi per altri costruttori, quindi, sono assolutamente percorribili. A determinate condizioni, però: partnership con soggetti industriali italiani, presenza dello Stato nella compagine societaria e vincoli per quanto riguarda la catena di fornitura, oggi presente in Italia, e rispetto delle norme e del contratto nazionale”.
Antonio Spera Segretario Nazionale Ugl Metalmeccanici, aggiunge: “Come UglM abbiamo chiesto di dare continuità a questo tavolo per giungere ad un protocollo d’intesa nel tempo più breve possibile ritenendo il piano incentivi importantissimo da parte del governo. Stellantis, unico produttore di Auto in Italia, dia anche risposte importanti in base alla richiesta del mercato con un’ampia gamma prodotti”.
Intanto la situazione dello stabilimento di Cassino dove si tornerà a produrre solo tra un mese, il 9 settembre, preoccupa e non poco. Il sindacato di base FlmU-Cub evidenzia: “Durante la prima settimana di agosto, la Iscot, azienda addetta alle pulizie straordinarie e tecniche in Stellantis, ha inviato la prima trance di lettere di trasferimento dei propri dipendenti presso altri cantieri in Italia. Da anni, come Flmu-Cub stiamo denunciando la crisi occupazionale dell’area industriale del cassinate a mezzo stampa e con decine di iniziative e presidi. Oggi, in particolar modo, tocca ai lavoratori della Iscot Italia e Atlas, domani alla De Vizia, Logitech, Teknoservice e agli addetti alla mensa, nonché di tutto l’indotto pagare in prima persona i “costi” di questa ristrutturazione, per poi terminare con i dipendenti diretti di Stellantis”.
Sulle aziende dei servizi nei mesi scorsi aveva già lanciato un monito la Uilm ed aveva messo in guardia paventando la possibile perdita di oltre duecento posti di lavoro. Ieri, commentando il vertice che si è svolto nelle scorse ore, il segretario provinciale Gennaro D’Avino ha evidenziato: “Torniamo a casa con più dubbi rispetto a prima”. Quindi il sindacalista elenca le criticità: “Se si continua ad insistere sull’elettrico è un grande errore. A Cassino il Grecale Maserati elettrico è stato fermato per mancanza di commesse, fino a poco tempo fa se ne producevano 10 vetture al giorno. Bisogna puntare sull’ibrido, ma per Cassino il primo modello ibrido è previsto nel 2027, impossibile attendere fino a quella data, ci sono circa 3.000 dipendenti dell’indotto che già a breve rischiano di non avere più gli ammortizzatori sociali, questi sono i problemi veri da affrontare”.
A guardare il bicchiere mezzo pieno è invece la vicepresidente della Regione Lazio Roberta Angelilli che ha evidenziato: “La riunione al Mimit è stata anche l’occasione per fare il punto sull’impianto di Stellantis di Cassino, un fiore all’occhiello dell’industria italiana e un sito strategico per il territorio anche in considerazione dell’indotto economico nel suo complesso. Alla luce della recente audizione in consiglio regionale - ha spiegato l’assessora - abbiamo sottoposto le nostre preoccupazioni al tavolo. Nonostante il rispetto degli impegni - anche in termini finanziari - da parte del Governo, abbiamo evidenziato talvolta l’atteggiamento altalenante e contraddittorio di Stellantis. Da una parte, infatti, è apprezzabile che Stellantis in ogni tavolo, confermi gli obiettivi condivisi; dall’altra, a livello pratico - spiega Angelilli - attua il fermo produttivo, determinando una forte incertezza sul territorio, sia tra i lavoratori della multinazionale sia tra le imprese dell’indotto".
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