L'estate lunghissima di Stellantis: il rientro slitta a metà settembre

Economia - Ben sette settimane di fermo produttivo per gli operai dello stabilimento di Cassino. Il rientro era previsto tra dieci giorni, ma questa mattina è arrivata una nuova doccia fredda: la fabbrica, che ha spento i motori il 30 luglio, li riaccenderà solo il 16 settembre a causa di mancanza di commesse

L'estate lunghissima di Stellantis: il rientro slitta a metà settembre
di autore Alberto Simone - Pubblicato: 30-08-2024 13:03 - Tempo di lettura 2 minuti

L’estate lunga di Stellantis diventa lunghissima: ancora ferie forzate per gli operai dello stabilimento di Piedimonte San Germano a casa dallo scorso 30 luglio. Alle ‘normali’ ferie estive - in programma dal 5 al 26 agosto - si vanno infatti ad aggiungere prima e dopo altri giorni di fermo durante i quali si farà ricorso agli ammortizzatori sociali.

Da lunedì di questa setttimana, terminate le ferie estive, è scattata la nuova "solidarietà" Gli operai sarebbero dovuti rientrare in fabbrica solo il 9 settembre dopo una serrata di ben 40 giorni. Non era mai successo prima. Lo scorso anno la chiusura era prevista dal 3 al 30 agosto ma il rientro fu anticipato al 23 agosto senza ammortizzatori sociali; idem due anni fa: chiusura dal 7 al 28 agosto. Ma questa mattina è arrivata un nuova doccia fredda: a causa della mancanza di commese, il 9 settembre la fabbrica non riaccenderà i motori, il rientro slitta al 16 settembre, significa cioè una serrata di ben sette settimane.

A inizio estate  la dirigenza aveva annunciato un periodo di ferie collettive per tutti i dipendenti dal 5 al 19 agosto 2024. Poi era stato fatto sapere ai sindacati che il rientro in fabbrica ci sarebbe stato il 27 agosto, prorogando di altri otto giorni il fermo produttivo. A seguire la comunicazione che ha gelato tutti: catena di montaggio ferma fino al 9 settembre, facendo ampio ricorso agli ammortizzatori sociali. Sembrava impossibile, questa mattina è invece arrivata la comunicazione che prolunga ancor di più il periodo di fermo produttivo.

Del resto i numeri della produzione del primo trimestre con un calo di circa il 40% avevano fatto intuire che nel secondo semestre di quest’anno la situazione sarebbe stata anche peggiore con il rischio di dimezzare la produzione del 2024 rispetto allo scorso anno.

Il 2024  è insomma compromesso: ora si guarda con ottimismo al 2025 quando sulla catena di montaggio arriveranno i nuovi modelli, ma per i sindacati bisogna correre e si prevede un lungo autunno caldo.  A lanciare l'allarme è il segretario regionale della Cisl del Lazio Enrico Coppotelli.  “Serve attenzione da parte di tutti ed una presa di coscienza, altrimenti lo stabilimento di Cassino diventerà un vaso di coccio tra quelli di ferro” spiega il sindacalista.





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