Economia - Fim, Fiom e Uilm: "La situazione è molto grave, servono risposte da UE, Governo, Stellantis e aziende della componentistica. Sciopero di 8 ore dell’intero settore automotive per difendere l’occupazione e costruire il futuro dell’industria dell’auto". Fismic e Uglm si smarcano: "Non si rompe l'unità sindacale in un momento cruciale per l'industria manifatturiera"
"La situazione del settore automotive in Italia e in Europa diventa sempre più critica. In assenza di una netta inversione di direzione, rischia di essere irrimediabilmente compromessa la prospettiva industriale e occupazionale. Le drammatiche novità provenienti dalla Germania e dal Belgio, a partire dal gruppo VW, rischiano di produrre un terremoto per tutta l’industria dell’automotive nel continente, mentre Usa e Cina difendono l’industria con fortissimi investimenti. Ciò per noi potrebbe provocare effetti dirompenti, giacché il settore rappresenta l'11% del PIL italiano".
Questo è quanto dichiarano in una nota le segreterie nazionali di Fimk, Fiom e Uilm a margine della conferenza di questa mattina: "Sono indispensabili urgenti interventi - dicono - sulle scelte strategiche del settore da parte della UE, mirate politiche industriali da parte del Governo e impegni industriali seri e coraggiosi da parte di Stellantis e delle aziende della componentistica. Nell’ambito del processo di transizione, al fine di evitare una sterile dialettica ideologica che non porta nessun beneficio a lavoratori e cittadini, la Commissione europea deve sostanziare gli impegni fino ad ora solamente annunciati, stanziando tutte le risorse necessarie a sostenere le decisioni prese a protezione di un settore industriale. L’Unione deve imprimere più forza ai cambiamenti tecnologici, accompagnando questo cambiamento con un serio e deciso piano di salvaguardia occupazionale, che non escluda il blocco dei licenziamenti, attraverso azioni per la formazione, ammortizzatori sociali in costanza di rapporto di lavoro e un forte sostegno alla riduzione dell’orario di lavoro. Non si può accettare una transizione contro il lavoro e con costi sociali enormi. Il Governo deve dare concretezza al confronto iniziato più di un anno fa al Mimit: è necessario che, oltre al confronto in corso con Stellantis e agli impegni già presi, si attui un piano strategico con azioni mirate anche per le aziende della componentistica".
Si legge ancora nella nota: "Nel primo semestre si sono prodotte il 36% di auto in meno rispetto l’analogo periodo dello scorso anno; l’utilizzo degli ammortizzatori sociali sta crescendo ovunque e, in molti casi, siamo ormai prossimi al massimo consentito dalle attuali normative di legge già dai primi mesi del 2025, nonostante la continua e progressiva riduzione del numero complessivo degli addetti. Per quanto riguarda la catena della componentistica, sono molteplici le vertenze approdate al tavolo del Mimit, molte anche non metalmeccaniche; oltre al problema di tutte quelle imprese di piccole o piccolissime dimensioni che già hanno chiuso. Si registra inoltre il progressivo trasferimento delle produzioni della componentistica verso altri paesi europei ed extraeuropei. Inoltre, gli ammortizzatori sociali stanno terminando. Per di più, tra i tanti problemi del settore, l’Europa e il Governo devono affrontare al più presto quello che riguarda il costo dell’energia. Bisogna aumentare il numero dei veicoli prodotti nel paese, con l’assegnazione della piattaforma small e la produzione di modelli mass market. L’eventuale ingresso di nuovi produttori può essere un’opportunità, se concepito in aggiunta e non in sostituzione dell’attuale presidio industriale e, come avviene in altri paesi europei, dovrà essere vincolato dal Governo anche alla partecipazione diretta dello Stato negli asset societari, all’attrazione di know how, alla valorizzazione della catena di fornitura del nostro Paese e al rispetto delle norme e dei contratti nazionali".
Concludono i sindacati: "Queste sono le ragioni per le quali siamo impegnati a mettere in campo una forte mobilitazione nel paese. Una mobilitazione partecipata e unitaria, come già avvenuto nei mesi scorsi a Melfi, Torino e Termoli. Siamo impegnati a costruire una rete globale per il lavoro e i diritti dei lavoratori nel settore automotive e sosterremo le mobilitazioni sindacali per la difesa dell’occupazione e contro la chiusura degli stabilimenti in corso in Europa, negli Usa e nelle altre parti del mondo. Per difendere l’occupazione, i diritti, la capacità produttiva installata e per garantire un futuro all’industria europea, IndustriAll Europe e Global Union devono costruire un piano comune di valutazione, richieste e mobilitazione nei confronti delle istituzioni e delle imprese a partire da quelle Europee. Per tutte queste ragioni, nella giornata di venerdì 18 ottobre 2024, Fim, Fiom e Uilm proclamano uno sciopero di 8 ore del settore automotive e delle imprese della componentistica, con una grande manifestazione a Roma. Per la riuscita dello sciopero e della manifestazione saranno convocate assemblee unitarie in tutti gli stabilimenti. Fim, Fiom e Uilm e i lavoratori lottano insieme per difendere l’occupazione, il lavoro e per rilanciare il futuro dell’industria dell’auto in Italia".
LE ALTRE SIGLE
I segretari generali di AQCFR, FISMIC CONFSAL e UGLM, Giovanni Serra, Roberto Di Maulo e Antonio Spera, esprimono forte contrarietà nei confronti dell’iniziativa di FIM, FIOM e UILM di rompere l’unità sindacale nel settore automotive indicendo sciopero in autonomia, in un momento cruciale per l'industria manifatturiera, l’occupazione e la transizione ecologica in Italia e in Europa, soprattutto alla luce di voler muovere richieste analoghe al Governo e alle aziende. Le nostre organizzazioni sottolineano l'importanza di una strategia comune per ottenere risultati concreti con il Governo e le aziende.
Chiediamo all'Europa una transizione ecologica equilibrata, misure contro il dumping dei prodotti cinesi e incentivi che favoriscano l’accesso ai veicoli tecnologicamente avanzati per le fasce sociali meno abbienti. Al Governo italiano sollecitiamo azioni immediate per proteggere i lavoratori, specialmente quelli della componentistica, eliminando la tassa del 20% sugli ammortizzatori sociali e sostenendo l'aumento della produzione nazionale, con l’obiettivo di raggiungere 1 milione di veicoli all’anno. Chiediamo inoltre che Stellantis acceleri gli investimenti sugli stabilimenti di Mirafiori, Melfi e Cassino e produca nuovi modelli anche in versione ibrida.
Serve maggiore chiarezza sul futuro dello stabilimento di Atessa, ex SEVEL, della componentistica e su R&D. Per quanto riguarda la Gigafactory di Termoli, ACC deve confermare l’investimento previsto e il Governo si deve impegnare a garantire lo stanziamento dei fondi come da programma originario. In considerazione della situazione, AQCFR, FISMIC CONFSAL e UGLM proclamano lo stato di agitazione dei lavoratori del settore automotive e indicono 8 ore di sciopero per il 18 ottobre 2024, con manifestazioni e presidi presso le Prefetture delle città a più alta concentrazione di lavoratori del settore.
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