Opinioni - Il Pd dovrebbe ricostruire un percorso all’interno del solco del socialismo democratico considerando i mutamenti della società, del lavoro e soprattutto mettendo al centro la persona umana con i propri bisogni e le proprie necessità e non avere paura di parlare di sicurezza prima ancora che di immigrazione
Gabriele Nissim, saggista e giornalista, scriveva parole che oggi i giovani dovrebbero conoscere, soprattutto quelli che si professano fascisti o comunisti senza conoscerne la storia del passato. Scriveva Nissim che il ‘900 ha sperimentato due tipi di totalitarismo: il fascismo e il comunismo. In entrambi i sistemi dittatoriali è stata ricercata la ricetta della felicità assoluta, ma in entrambi si è sancito solo il diritto di uccidere. In entrambi c’era un giardiniere che voleva ripulire le erbacce per fare un meraviglioso prato inglese.
Nel primo esperimento le erbacce che impedivano la felicità del genere umano erano gli ebrei. Il giardiniere ha ripulito il giardino dalla presenza di più di cinque milioni di ebrei. Nel secondo esperimento il giardiniere ha pensato che le erbacce nocive alla felicità fossero i capitalisti, i nemici di classe, i reazionari. Il giardiniere in più di mezzo secolo ne ha eliminati qualche decina di milioni. Gli esiti dei due esperimenti sono nefasti e la storia è li a darne ragione e bisogna conoscere la storia per evitare che in futuro possa presentarsi un nuovo giardiniere.
Ma molti si ostinano a pensare che con l’imbroglio e con l’eloquio si possa far credere cose diverse da ciò che realmente è la verità ed assurgono a maestri insegnando ciò che non conoscono, anzi dando patenti esattamente in modo avverso alle quali loro credono. Uno dei maggiori esponenti del Partito Comunista Italiano, Palmiro Togliatti definì la NATO un “patto aggressivo”, un pericolo per l'Italia, per gli altri paesi firmatari e “per tutto il genere umano”. Oggi gli eredi di quel partito Comunista impartiscono lezioni sull’atlantismo dando lezioni anche a chi ha sempre creduto nell’importanza del radicamento atlantico avverso a quelli che volevano entrare nel Patto di Varsavia.
Ma il massimo del trasformismo è ancora oggi presente nel nostro Paese soprattutto negli eredi di quel Partito Comunista che anche sull’adesione all’ Unione Europea si mostrò fermamente contrario sin dal primo trattato di Roma del 1958. Infatti, utile ricordarlo a quelli che fanno gli smemorati, che il PCI fu l’unico partito italiano a votare contro la ratifica dei trattati che istituirono la CEE e l’Euratom, antenati della UE , il PSI si astenne, tutti gli altri partiti, dalla DC al MSI, votarono a favore. Quando la sinistra post comunista rimprovera agli eredi del MSI di non essere abbastanza europeisti bisognerebbe che rileggessero la storia perché il MSI non votò contro come fecero i comunisti ma votò a favore.
Ma il massimo del trasformismo lo si raggiunge in merito alla considerazione del popolo ebraico. Quando la Segre fu nominata Senatrice a vita, per i post comunisti sembrò una vittoria di proporzioni storiche , la destra era quella che aveva trucidato gli ebrei mente la sinistra li sosteneva.
Oggi sempre quegli eredi del partito comunista giocano sugli equivoci, stanno con gli Ebrei di Israele ma.., sono contro la violenza delle manifestazioni contro gli ebrei ma.., non condannano ma restano in silenzio, se potessero dire veramente ciò che pensano starebbero dalla parte avversa a Israele. Ma si vergognano e si rifugiano nel detto e nel non detto. Questa è la storia di chi ancora oggi vuole salire in cattedra per impartire lezioni di atlantismo, di europeismo, dimenticando da dove sono venuti e di quale sia la loro storia.
Ed anche sul conflitto Russo Ucraino un continuo equivoco contro l’aggressore ma.., difendiamo l’Ucraina ma non inviamo armi ( e come si difendono?), sosteniamo un piano di pace ( con chi?) . Solo parole fumose che indicano la mancanza di una linea politica perché se l’avessero dovrebbero tutti riconoscere il fallimento della loro storia e dovrebbero tutti riconoscere che ciò che negli anni della Prima Repubblica la Democrazia Cristiana ha costruito è sempre stata una strada corretta e giusta nell’interesse del Paese, una strada che ancora oggi è quella giusta.
La sinistra non potrà mai vincere fin quando rimarrà nell’equivoco di voler essere il contenitore degli opposti e non avere mai una parola di chiarezza, sul lavoro, sulla Giustizia, sull‘UE, sul capitalismo, sulla finanza, sulla sicurezza, sull’immigrazione, sull’islamismo, sui centri sociali violenti.
Da alcuni decenni vivono nell’equivoco, ricordiamo che dalla sinistra venivano giudizi molto superficiali contro i Brigatisti rossi definiti come “compagni che sbagliano”, alcuni intellettuali della sinistra si posizionavano su comode poltrone a pontificare che non erano “né con lo Stato né con le Brigate Rosse, ed infine Gorgio Bocca negli anni Settanta diceva: «Le Brigate rosse non esistono, sono agenti della Nato». E nei tempi più recenti D’Alema definì la Lega Nord come una costola della sinistra.
E sulle battaglie per i diritti degli omosessuali, si ricordano i giudizi sferzanti della classe dirigete di quel Pci che li definiva “borghesi degenerati” e lo stesso idolo dei giovani comunisti quel Che Guevara, che campeggiava sulle magliette dei giovani comunisti, si era distinto nella lotta contro gli omosessuali. Oggi inneggiano a Pasolini che per la sua omosessualità fu espulso dal PCI, ed i loro eredi danno lezioni al contrario.
Un equivoco troppo lungo per poter ambire a guidare il Paese, infatti non lo hanno mai guidato se non attraverso una formula che metteva insieme il tutto ed il contrario di tutto, e sappiamo tutti quando siano durati quei Governi. Ma il Paese ha bisogno di una sinistra moderna, il Governo ha sempre bisogno di una opposizione in grado di proporre soluzioni alternative. Quelli del PD dovrebbero avere il coraggio di fare ciò che fece Fini alla svolta di Fiuggi nella quale rinnegò il Fascismo, il PD dovrebbe rinnegare il Comunismo e ricostruire un percorso all’interno del solco del socialismo democratico considerando i mutamenti della società, del lavoro e soprattutto mettendo al centro la persona umana con i propri bisogni e le proprie necessità e non avere paura di parlare di sicurezza prima ancora che di immigrazione.
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