Economia - Tredici anni dopo l'ultimo sciopero, i metalmeccanici scendono nuovamente in piazza. Il 18 ottobre Fim, Fiom e Uilm manifestano a Roma con i sindaci del territorio. Ugl e Fismic saranno invece a Piedimonte San Germano per un'iniziativa territoriale
Scarse rassicurazioni sul futuro, molte incognite sul presente, salari decurtati dagli ammortizzatori sociali e licenziamenti all’orizzonte: scatta la mobilitazione nello stabilimento Stellantis di Cassino e nelle fabbriche dell’indotto del settore automotive. Dopodomani, venerdì 18 ottobre, a Roma è prevista la manifestazione unitaria di Fim, Fiom e Uilm: si tratta del primo sciopero generale indetto dalle segreterie nazionali confederali di Cgil, Cisl e Uil 13 anni dopo l’ultima grande manifestazione unitaria.
Alla volta della Capitale si dirigeranno anche i sindaci della consulta del cassinate in fascia tricolore e con il gonfalone della città di Cassino. Nella stessa giornata Ugl e Fismic hanno indetto invece sit-in territoriali nelle regioni dove sono presenti gli stabilimenti Stellantis: nel Lazio l’appuntamento è dunque nella piazza di Piedimonte San Germano.
"Tutta l’UGL Metalmeccanici è mobilitata il 18 ottobre, data dello sciopero generale del settore Automotive, in 7 regioni che corrispondono ai siti produttivi più significativi, per manifestare a sostegno di tutto il settore Automotive". Lo dichiara il segretario nazionale UGL Metalmeccanici, Antonio Spera, indicando "le regioni che ospiteranno i nostri presidi ai quali parteciperanno lavoratori, cittadini e politici: in Molise col presidio a Termoli (CB), in Campania con presidi a Napoli e Avellino, in Puglia a Bari, in Basilicata a Potenza, nel Lazio a Piedimonte San Germano (provincia di Frosinone) e a Torino, capitale dell’auto, città nella quale ci sarà un corteo cheterminerà in un imponente concentramento".
Prosegue Spera: "Insieme a Fismic e Aqcf invitiamo tutti a sostenere lo sciopero generale del 18 ottobre per sensibilizzare la politica, ma non solo, a prendere decisioni importanti, nei confronti dell’Europa. La tempistica stringente imposta dall’UE con il Green Deal, con lo stop alle auto a motore termico, sta mettendo in ginocchio tutto il settore Automotive in Italia e non solo, con conseguenze devastanti: produzione crollata, massiccio utilizzo in tutti gli stabilimenti Stellantis in Italia della cassa integrazione e tutto l’indotto in difficoltà ancora maggiore". "È una gravissima situazione – conclude Spera – che riguarda tutti, non solo i lavoratori diretti e dell’indotto, non solo i territori che accolgono gli stabilimenti, ma l’Italia intera".
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