Politica - La consigliera di maggioranza Mercedes Galasso replica alla collega di Fratelli d'Italia Nora Noury: "Ovattare la critica politica 'per carità di patria' ed addossare ora all’attuale amministrazione, che applica una sentenza, la responsabilità di non aver proposto una transazione ed essersi invece affidati al parere del giudice, è quantomeno ingiusto"
di Mercedes Galasso*
La collega Nora Noury in replica al mio intervento sui 254mila euro da corrispondere ad una ex dipendente comunale ammette dunque di non essersi soffermata per “carità di patria” (la patria è il centrodestra) sul periodo in cui il “misfatto” – chiamiamolo così – fu commesso e su chi allora era a capo dell’amministrazione comunale.
Siccome era (ed è) in atto il tentativo di confondere le acque, occorreva farle tornare limpide. Da qui la mia provocazione alla autorevole collega. Cosa che ha avuto l’effetto da me auspicato: ribadire, e quindi rendere chiaro ai cittadini, che con questa vicenda l’attuale governo di Enzo Salera nulla ha a che vedere, trattandosi di cosa (mal)fatta in uno dei periodi bui per questa città (2003-2010), quando imperava da par suo Bruno Vincenzo Scittarelli; e ribadire, inoltre, che eventuali responsabilità, con conseguenze al seguito, vanno ricercate da quelle parti.
Intanto lasciamo alla responsabilità di chi di dovere stabilire se la vicenda “così come descritta in sentenza avrebbe potuto interessare la magistratura contabile”. Perché non lo potrebbe ancora? Dovrebbero essere sempre i cittadini a dover pagare l’incompetenza, la negligenza o altro ancora di chi li governa?
La collega concorderà con me che si è trattato di uno dei tanti casi di pessima amministrazione che hanno messo in ginocchio questo nostro Comune portandolo al dissesto finanziario dal quale, con sacrifici degli ultimi cinque anni, si è faticosamente usciti. Ma dove permane una situazione debitoria pesante, retaggio del malgoverno di quei tempi.
Però ovattare la critica politica “per carità di patria” ed addossare ora – come fa Nora Noury - all’attuale amministrazione, che applica una sentenza, la responsabilità di non aver proposto alla ex dipendente una transazione che “avrebbe fatto risparmiare soldi al Comune” (sostiene lei) ed essersi invece affidati al parere del giudice, è quantomeno ingiusto. Intanto perché alcune delle carte prodotte evidenziavano (ed evidenziano) dubbia validità, mentre in altre ricorreva (e ricorre) con insistenza il termine “illegittimo”.
Non faccio fatica ad immaginare le critiche nonché i malevoli sospetti che sarebbero arrivati in primis dai suoi colleghi, se (in presenza di pareri negativi del dirigente e del legale), l’amministrazione fosse addivenuta a tale decisione. Da ultimo, riguardo alla candidatura della ex dipendente, persone del livello della mia collega Nora Noury, cui va la mia stima, è bene lascino perdere: è un puerile diversivo, questione di bassa politica.
*Consigliera comunale di maggioranza
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