Stellantis promette cose, ma su appalti e ammortizzatori tutto tace

Economia - Ieri il tavolo al Mimit, il gruppo automobilistico assicura: "Per lo stabilimento di Cassino sulla nuova piattaforma Stella Large saranno prodotte la nuova Stelvio nel 2025 e la nuova Giulia nel 2026". Intanto gli operaio dell'indotto sono appesi a un filo: le storie e le testimonianze dei lavoratori De Vizia e Transnova

Stellantis promette cose, ma su appalti e ammortizzatori tutto tace
di Redazione - Pubblicato: 15-11-2024 13:17 - Tempo di lettura 3 minuti

“Stellantis ha un piano per l'Italia, che è stato condiviso coi nostri partner sindacali, e che oggi condividiamo a questo tavolo. La situazione di Cassino? Per tale stabilimento, sulla nuova piattaforma Stella Large saranno prodotte la nuova Stelvio nel 2025 e la nuova Giulia nel 2026, in versione Bev; più un ulteriore modello negli anni successivi. La Maserati Grecale, ad oggi in produzione sulle linee del sito pedemontano, andrà oltre il 2030”.  

Lo ha detto Giuseppe Manca, responsabile risorse umane di Stellantis Italia, nel corso del tavolo che si è riunito ieri al ministero delle Imprese e del Made in Italy, illustrando il piano industriale per l'Italia. In merito ad un eventuale disimpegno da parte del gruppo automobilistico italo-francese, Manca è stato ancora più netto: “Stellantis non intende chiudere nessuno stabilimento in Italia, così come non ha nessuna intenzione di fare licenziamenti collettivi”.

A voler guardare il bicchiere mezzo pieno, ci sarebbe da essere ottimisti, ai piedi dell’abbazia, all’indomani del vertice al Mimit. Non solo per le rassicurazioni di Stellantis, ma anche per quel che ha detto il ministro Urso che a Stellantis ha chiesto un significativo e chiaro piano industriale, che entri nel dettaglio di ogni stabilimento in Italia.

“Chiediamo che Stellantis - ha sottolineato Urso - si impegni concretamente per il rilancio dell'industria dell'auto e per la salvaguardia dei posti di lavoro". La risposta della multinazionale è affidata alle parole di Daniela Poggio, vicepresidente comunicazione di Stellantis Italia, che ha dichiarato: "Stellantis ha un piano per l'Italia e lotteremo per difendere la nostra leadership. In questo momento di transizione le politiche che garantiscono la stabilità delle regole sono più importanti che mai".

Per i sindacati, però, il bicchiere continua a restare mezzo vuoto. Perché se è vero che da un lato sono state date rassicurazioni per quel che riguarda gli impianti dall’altro ancora non è stato messo in atto nessun atto concreto per salvare i posti di lavoro che rischiano di andar persi entro fine anno: a Cassino, senza rinnovo degli appalti alle aziende dei servizi e senza ammortizzatori sociali straordinari, sono quasi in mille a rischiare il posto di lavoro.

“Siamo ormai giunti alla fine dell’anno - spiega il segretario provinciale dell’Ugl, Gerardo Minotti - e ancora non ci sono misure per tutelare le aziende che il 31 dicembre terminano il quinquennio di ammortizzatori sociali e Stellantis ancora non dice nulla in merito al rinnovo degli appalti alla aziende dei servizi, anche questi in scadenza a fine dicembre”.

Molto scettico è anche il segretario della Fiom-Cgil Donato Gatti: “Il 2025 sarà un altro anno drammatico per Stellantis, ma il vero dramma è quello dell’indotto che rischia di non riuscire ad accompagnare lo stabilimento nella transizione perché gli ammortizzatori sociali sono ormai agli sgoccioli”. Gli fa eco il segretario generale della Fim-Cisl Ferdinando Uliano: “Se non riceveremo risposte chiare e rapide nei prossimi giorni, siamo pronti a una mobilitazione immediata: ci autoconvocheremo come sindacati, accompagnati dai lavoratori, nelle vicinanze di Palazzo Chigi".

Insomma, se da un lato arrivano rassicurazioni, è altrettanto evidente che anche questo alle porte sarà un Natale amaro e questa volta, sotto l'albero, gli operai dell'indotto potrebbero non trovare più la cassa integrazione ma la lettera di licenziamento. Alcune aziende hanno già avviato le pratiche. Oltre trenta operai rischiano di perderei il posto alla De Vizia se Stelantis non rinnoverà l'appalto per le pulizie. Altri 65 alla Transnova, l'azienda che si occupa di movimentazione auto nei piazzali. Si arriva così ai primi cento licenziamenti.  Ma non si tratta solo di numeri. Dietro questi numeri ci sono uomini e donne, storie di sacrifici, famiglie che soffrono,  in molti casi mono reddito. E che mai pensavano di ritrovarsi in questo baratro all'improvviso. Sicuri di lavorare anche con un cambio di società, grazie alla clausola di salvaguardia del personale che da alcuni anni è legge. Adesso Stellantis vuole internalizzare tutto, azzerare gli appalti.

LE STORIE DEGLI OPERAI

Gianluca Ceprano, 50 anni, residente a Roccamonfina, è uno dei 32 per i quali è stata avviata la procedura di licenziamento. "Che dire? Nessuno di noi se lo aspettava, è stata una doccia fredda. Io ho 50 anni e sono stato assunto sei anni fa. Dove mai posso sperare di ricollocarmi alla mia età? Da nessuna parte, è ovvio. Non siamo angosciati, di più. Siamo molto preoccupati. Perchè difficilmente in Regione Lazio ci sarà un'intesa per evitare i licenziamenti trattandosi solo di 32 lavoratori, perché abbiamo capito che per loro siamo solo numeri".

Morale a terra anche per gli operai della Transnova, soprattutto quelli di mezza età come
Maurizio Vecchio, 51 anni, la metà dei quali vissuti nello stabilimento Fiat, impiegato dell'azienda dell'indotto che si occupa di logistica di vetture. 

"Nonostante la crisi, con gli assegni familiari riesco a portare a casa quasi 1.500 euro al mese. Lo stipendio grazie al quale portare avanti la famiglia. Non si tratta di perdere un semplice posto di lavoro, ma di perdere dignità.  Adesso d'improvviso siamo appesina un filo. In tutti questi anni ho cambiato tre società, ma l'incertezza che si respira adesso non c'è mai stata. Ogni giorno si parla di esuberi e mai di assunzioni, non si può lavorare e vivete con tale angoscia e a 51 anni trovare una nuova occupazione non è impossibile ma molto, molto difficile".

Per quanto riguarda la De Vizia il prossimo incontro per scongiurare i licenziamenti è fissato al 2 dicembre, per la Transnova tutto ancora in itinere: la procedura di licenziamenti collettivi potrebbe però scattare già nelle prossime settimane. Il panettone di Natale non è mai stato così amaro.





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