Economia - Il segretario provinciale della Fiom-Cgil Andrea Di Traglia: "Nel tavolo di oggi capiremo se ci sarà occupazione per Cassino". Al Ministero anche i sindaci Salera e Ferdinandi che chiederanno di istituire un bacino di lavoratori socialmente utili, per garantire un paracadute occupazionale a chi potrebbe rischiare di ritrovarsi, fra un anno, nella stessa situazione appena vissuta
La lotta per la salvaguardia dei posti di lavori non è finita. Anzi, è solo all’inizio. “Il tavolo di oggi al Mimit è fondamentale: capiremo si ci sarà occupazione per Cassino oppure se dobbiamo preparaci a nuove battaglie” dice alla vigilia dell’incontro di questo pomeriggio il segretario provinciale della federazione di Frosinone e Latina della Fiom-Cgil Andrea Di Traglia. Che spiega come a rischio è anche un altro dei servizi in appalto all’interno dello stabilimento Stellantis di Cassino, quello della mensa. Ma oggi, al Mimit, a differenza del tavolo di martedì scorso, non sarà affrontato solamente il capitolo dei servizi in appalto, ma ci si concentrerà più in generale sul settore automotive ed in particolar modo su Stellantis.
Sono infatti tante le aziende dell’indotto di primo livello, quelle della componentistica, che entro il primo trimestre del nuovo anno termineranno gli ammortizzatori sociali. A fare il punto è sempre il sindacalista della Fiom, che spiega: “Ci sono aziende come la Denso e Tiberina in regime di solidarietà, poi c’è la Lear che lavora su un turno unico. La vertenza di questa azienda è particolarmente importante perché si tratta di una fabbrica che produce sedili, la cui crisi, dunque, non è direttamente collegabile alla transizione energetica. Per lo stabilimento Stellantis di Cassino serve occupazione vera e, quindi, nuovi modelli, altrimenti tutto l’indotto è a rischio".
Una stima dei posti che rischiano di andare persi è stata fatta dal segretario provinciale della Uilm di Frosinone Gennaro D’Avino che nei giorni scorsi, durante la battaglia per la salvaguardia dei posti di lavori di Trasnova, Logitech, Tecnoservice e De Vizia aveva evidenziato: “Abbiamo stimato che entro fine anno se non verranno rinnovati gli appalti e non ci saranno gli ammortizzatori straordinari per le aziende dell’indotto dove c’è già la solidarietà in deroga, ci sarà un’emorragia occupazionale di oltre 400 operai; considerando poi anche il primo semestre 2025, tra Stellantis, indotto e servizi perderemo circa mille posti di lavoro”. Adesso che i 150 posti delle aziende di movimentazione auto e pulizie sono stati messi in salvo, bisogna battersi per avere ammortizzatori sociali straordinari in altre fabbriche dell’indotto altrimenti potrebbero arrivare nuove lettere di licenziamento nelle prossime settimane.
Quest’oggi, al tavolo che si riunirà al Ministero, oltre ai rappresentanti di Stellantis e ai sindacati ci saranno anche i sindaci delle città sede di stabilimento: parteciperanno al vertice, dunque, anche il primo cittadino di Piedimonte San Germano e Enzo Salera, in qualità di presidente della Consulta dei sindaci del Lazio Meridionale.
Gli amministratori porteranno sul tavolo del Mimit la proposta emersa dalla Consulta che si è riunita la scorsa settimana a Cassino, e cioè quella di richiedere un fondo straordinario al Governo per poter assumere nei Comuni i lavoratori licenziati, visto che a dicembre del 2025 scadrà la proroga concessa per quel che riguarda l’appalto a Trasnova e si presenterà, dunque, il problema delle scorse settimane.
Argomenta il sindaco Ferdinandi: "Dopo l’esperienza della vertenza Trasnova, so bene cosa significhi affrontare una crisi occupazionale e non voglio che si ripeta. Per questo chiederò al Ministero di istituire un bacino di lavoratori socialmente utili, per garantire un paracadute occupazionale a chi potrebbe rischiare di ritrovarsi, fra un anno, nella stessa situazione appena vissuta. Dobbiamo proteggere chi oggi è in cassa integrazione o potrebbe trovarsi senza occupazione nei prossimi mesi. Non possiamo permettere che intere famiglie rimangano senza sostegno. C’è anche un altro problema che non possiamo ignorare: la stabilità economica. Lavorare a singhiozzo, con stipendi poco sopra i mille euro, non è sostenibile. I livelli di produzione di Stellantis devono cambiare e le istituzioni devono fare la loro parte".
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