Economia - Nel giorno in cui Stellantis lancia il video-spot emozionale dove dice di amare l'Italia, la dirigenza dello stabilimento di Piedimonte San Germano annuncia un altro lungo periodo di fermo produttivo a ridosso del Natale: si tornerà in fabbrica tra un mese, lunedì 20 gennaio. In totale 45 giorni di stop, i cancelli sono chiusi dal 6 dicembre
Da questa sera sarà trasmesso sulle principali emittenti tv nazionali uno spot "che testimonia l'impegno di FIAT, Alfa Romeo, Lancia e Maserati nelle fabbriche nazionali, confermando l’Italia come cuore pulsante della loro produzione". Questo quanto comunicato oggi pomeriggio dall'ufficio stampa di Stellantis Italia, che ha evidenziato: "Le immagini dello spot mostrano i modelli più recenti dei brand FIAT, Alfa Romeo, Lancia e Maserati attraversare scorci del Belpaese, evocando il legame profondo tra territorio, arte e cultura del saper fare. In particolare per lo stabilimento di Cassino sono protagoniste la nuova Alfa Romeo Stelvio e la Nuova Giulia. (LEGGI QUI: E ora Stellantis dice di amare l'Italia...).
Un amore, però, che mal si combacia con quanto è stato poi annunciato dalla dirigenza dello stabiliemento Stellantis di Cassino che ha comunicato un altro lungo periodo di stop: non si tornerà in fabbrica il 7 gennaio, come previsto, ma dopo due settimane: lunedì 20 gennaio.
Sotto l’albero di Natale, dunque, un’altra brutta notizia per i lavoratori dello stabilimento Stellantis di Piedmimonte San Germano, a dimostrazione, quindi, che il 2025 sarà un anno ancor più difficile rispetto al 2024. L’ultimo giorno di lavoro risale allo scorso 6 dicembre: poi è partita una lunga serrata che si sarebbe dovuta interrompere, originariamente, il 7 gennaio. Nella tarda mattinata di oggi è giunta invece la comunicazione di un ulteriore stop di due settimane, ragion per cui si tornerà in fabbrica solamente il 20 gennaio: significa cioè, in totale, un fermo produttivo di ben 45 giorni.
Per gli operai dello stabilimento questo vuol dire ritrovarsi con salari sempre più decurtati dagli ammortizzatori sociali: anche al rientro, infatti, e fino al 25 aprile, si lavorerà su un turno unico a rotazione e in regime di ‘solidarietà’. Va ancora peggio per gli addetti dell’indotto e per i lavoratori delle fabbriche dei servizi: a tal proposito non c’è ancora la conferma del rinnovo dell’appalto a De Vizia, la società che si occupa di pulizie all’interno dello stabilimento, e i sindacati con in testa il segretario provinciale della Uilm Gennaro D’Avino sono pronti a ricominciare la battaglia per salvare i 32 addetti.
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