La liberazione di Cecilia Sala e la nostra sovranità limitata

Opinioni - Meloni ha disinnescato ogni possibile ritorsione, consapevole che nonostante il sovranismo ed il patriottismo, la verità è che la nostra è una “sovranità limitata” nata nel 1946  ed è il peggior lascito che potessimo ereditare dal nazifascismo

La liberazione di Cecilia Sala e la nostra sovranità limitata
di autore Lello Valente - Pubblicato: 09-01-2025 13:21 - Tempo di lettura 3 minuti

"Prendo la parola in questo consesso mondiale e sento che tutto, tranne la vostra personale cortesia, è contro di me: è soprattutto la mia qualifica di ex nemico, che mi fa ritenere un imputato, l'essere arrivato qui dopo che i più influenti di voi hanno già formulato le loro conclusioni in una lunga e faticosa elaborazione”. La storia della nostra Repubblica nasce da questo discorso pronunciato da Alcide De Gasperi nella conferenza di  Parigi del 1946.

Un Paese distrutto , trascinato in guerra dal nazifascismo, da quel momento la nostra sovranità divenne da  “sotto padrone”. Il piano Marshall, necessario per ricostruire il Paese, segnò un ulteriore, ma necessario, passo verso la rinuncia a qualsiasi autonomia nel contesto geopolitico mondiale. La Democrazia Cristiana che prese le redini di un Paese distrutto per iniziare la ricostruzione è stato l’alleato più onesto e leale degli Usa  senza, però,  mai rinunciare  di difendere gli interessi nazionali, pagando a caro prezzo questa scelta.

Il democristiano Enrico Mattei mori in un misterioso incidente aereo nel 1962, era a capo dell’Eni ed il suo obiettivo era  quello di rendere il nostro Paese indipendente sotto l’aspetto energetico. Alla fine degli anni 70  Aldo Moro capì che era arrivato il momento di unire il Paese attraverso il coinvolgimento dei due maggiori partiti popolari , con un accordo tra la DC ed il PCI. Anche Moro morì per mano delle Brigate Rosse in circostanze ancora oggi molto poco chiare.

Poi venne il turno di Giulio Andreotti che condivideva con il socialista Bettino Craxi la politica estera  definita “panarabismo”, nella quale i rapporti tra l’Italia ed i Paesi arabi diventavano sempre più stretti con il duplice obiettivo di acquisire risorse energetiche a basso costo e limitare le spinte immigratorie. Quella politica segnò il massimo della propria espressione di autodeterminazione nella “notte di Sigonella”. 

Furono entrambi ammazzati politicamente attraverso l’opera di diversi magistrati che stranamente finirono tutti in Parlamento in quota PD.
Con la Seconda Repubblica le cose non sono cambiate, e proprio quella sinistra che aveva da sempre indicato nella DC il partito che si appiattiva sulle decisioni e sugli interessi degli USA, nel 1999 con l’operazione Act Order  vide il Governo D’Alema partecipare attivamente al bombardamento della Serbia , e Berlusconi che era all’opposizione dovette ingoiare quella decisione per “equilibri internazionali”.

Negli anni più recenti nel 2002 Berlusconi riuscì nel miracolo politico nel  far incontrare Bush e Putin, addirittura con la prospettiva di un ingresso nella Nato della Russia. Forse tante guerre si sarebbero evitate. Nel 2011 i  galletti francesi  con il sostegno degli USA decisero che era arrivato il momento di disfarsi di Gheddafi con il quale l’Italia  aveva stretto accordi molto vantaggiosi  per il nostro Paese. Una decisione che il Paese dovette subire nonostante la contrarietà del Governo nazionale.

Una politica estera  improntata alla lealtà verso l’alleanza atlantica ma anche con l’obiettivo strategico di rafforzare i legami di amicizia e di scambi commerciali con  la Russia, con la Turchia e con altri Paesi arabi nell’interesse del Paese. Nel 2011 fu commesso l’ennesimo omicidio politico , Berlusconi fu costretto alle dimissioni con il compiacimento di quel galletto francese , appena condannato, e con la Germania che vedeva nell’Italia un pericoloso competitor commerciale. Con la scusa dello spreed fu estromesso Berlusconi.

Stessa sorte toccò nel 2021 al Governo Conte che si era spinto in accordi commerciali molto avanzati sia con la Russia che con la Cina. Fu fatto fuori da una congiura di palazzo.
La bravura di Giorgia Meloni è nell’aver  fatto tesoro di questi precedenti ed al fine di liberare la nostra connazionale Cecilia Sale ha “concordato” con l’alleato USA la linea da seguire per evitare che con strane manovre  potesse fare la fine dei precedenti Presidenti del Consiglio dei Ministri.

Non è stata una nuova ”notte di Sigonella” è solo la dimostrazione che Giorgia Meloni è un politico di prim’ordine che ha disinnescato ogni possibile ritorsione. Consapevole che nonostante il sovranismo ed il patriottismo la dura realtà di capire che la nostra “sovranità limitata” nata nel 1946  è il peggior lascito che potessimo ereditare dal nazifascismo ed è un dato di fatto  da gestire nel modo meno dannoso possibile per il nostro Paese.
 





Articoli Correlati


cookie