Cronaca - Il dipendente rigetta le accuse illustrando il protocollo rigido che impedisce a chiunque di conoscere le domande prima del concorso. Si è dimesso da Rup ed è in aspettativa non retribuita: al momento resta indagato a piede libero e non va ai domiciliari. Tutti i dettagli
Dopo l’interrogatorio dei docenti dell’Unicas Giovanni Arduini e Diletta Chiusaroli (LEGGI QUI: Scandalo Tfa, Chiusaroli e Arduini negano tutte le accuse. Baglione non parla), questa mattina dinanzi al Giudice per le Indagini Preliminari è comparso Massimiliano Mignanelli, indagato a piede libero nell’inchiesta “Luna Viola” , che già nei giorni scorsi si era dimesso da Rup (responsabile unico del procedimento del Tfa) e si era autosospeso anche da dipendente: è in aspettativa non retribuita.
Il già direttore delle risorse umane dell'Università di Cassino, assistito dall’avvocato Sandro Salera, ha negato ogni addebito. Nel corso dell’interrogatorio avrebbe spiegato la sua estraneità ai fatti che gli vengono contestati portando a sua giustificazione il protocollo rigido messo in peidi dall’Unicas per le prove del Tfa, talmente rigido che impedisce anche al rettore di conoscere le domande in anticipo.
Mignanelli avrebbe infatti spiegato che di tutta la procedura si occupa una società esterna che prepara tre buste, una delle quali viene poi estratta il giorno del concorso da uno dei partecipanti. I voti ritoccati? Anche in merito a questo, l’indagato avrebbe negato le accuse spiegando che le correzioni avvengono in modo anonimo, dunque c’è assoluta incompatibilità con le accuse che gli vengono mosse.
Il dipendente Unicas, lo ricordiamo, è destinatario di una richiesta di misura cautelare degli arresti domiciliari da parte del pubblico ministero Andrea Corvino, titolare del fascicolo d’indagine sul presunto giro di mazzette nei concorsi per diventare docente di sostegno. Il Gip Alessandra Casinelli, in applicazione del Ddl Nordio - che ha riformato l’ambito di applicazione della custodia cautelare - ha invitato l’indagato Mignanelli a sottoporsi ad interrogatorio preventivo. Il pubblico ministero, ravvisando il pericolo di reiterazione del reato, ha chiesto l’applicazione degli arresti domiciliari.
In accordo con l’avvocato Sandro Salera, l’indagato si è però autosospeso ed ora si trova in aspettativa, non retribuita, da dipendente dell'Università. Potrebbe quindi non essere più attuale il pericolo paventato dal pm: al momento Mignanelli resta infatti indagato a piede libero e non va ai domiciliari.
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