"Le quattro stagioni della vita" di Fernando Miele: un grande successo

Cultura - Lo scrittore è da sempre impegnato nella ricerca per la cura dell’Alzheimer con l’associazione La Rosa di Cassino per lo sviluppo delle risorse APS

"Le quattro stagioni della vita" di Fernando Miele: un grande successo
di autore Francesca Messina - Pubblicato: 05-02-2025 08:11 - Tempo di lettura 2 minuti

“Le quattro stagioni della vita - viaggio tra coraggio ed errori” questo il titolo del libro di Fernando Miele  che è stato presentato nei giorni scorsi presso la Sala Restagno del Comune di Cassino.

Lo scrittore è da sempre impegnato nella ricerca per la cura dell’Alzheimer con l’associazione La Rosa di Cassino per lo sviluppo delle risorse APS.

L’avvio della discussione è affidato all’educatrice Marika Iannetta che introducendo l’opera ha sottolineato: “Dalla lettura integrale del libro la sensazione che ne ho ricevuto, a primo impatto, è quella di aver vissuto davvero mille vite.” Perché sì, leggendo queste Quattro stagioni della vita è impossibile non immedesimarsi con profonda empatia nelle moltissime, svariate avventure vissute dall’autore, che, in poco tempo, assume agli occhi commossi del lettore le sembianze del fedele amico della porta accanto a cui rivelare qualunque segreto. Si evince quanto l’autore abbia a cuore la necessità di ricordare sempre ai giovani l’importanza della gavetta, del collezionare molte esperienze e dell’affidarsi, con prudenza, ai saggi consigli di chi è più grande, così da poter affrontare ogni sfida ci si presenti con buon senso e consapevolezza”.

Fernando Miele, un uomo che ha vissuto mille vite; che ha affrontato innumerevoli sfide e sacrifici personali e professionali non rinunciando mai al coraggio di inseguire i propri sogni, riscoprendo l’infinito nell’umiltà, come avrebbe detto il grande poeta Umberto Saba.

A moderare l’incontro è stata la volontaria Domenica Marinelli che ha passato la parola ai relatori presenti.

Quella di Fernando Miele, dunque, è un’autobiografia che, d’un tratto, si fa storia universale di una collettività fragile ma audace, pronta a rimboccarsi le maniche per costruirsi, con estrema resilienza, un futuro migliore.

 

Ha poi preso la parola l’Assessore alla Cultura Gabriella Vacca che si è soffermata sul profondo valore evocativo di due parole chiave del titolo del libro; vocaboli che, già di per sé, sono in grado di anticipare il significato intrinseco dell’opera di Fernando: coraggio ed errori. Il coraggio, misto a un po’ di sana incoscienza giovanile, conduce l’autore a fare delle scelte decisive, che, delle volte, portano al compimento di errori inevitabili. Ma l’errore non è un male, ma, semmai, quel passaggio obbligato tramite cui imparare a raddrizzare il tiro e spingersi oltre le proprie possibilità. Non manca un pizzico di malinconia nell’opera di Fernando, che, per l’esaltazione piena della giovinezza in contrasto con il crepuscolo della maturità senile, ricorda - come ha sottolineato l’Assessore Vacca – i contenuti de Il sabato del villaggio dell’intramontabile poeta Giacomo Leopardi.

A seguire il presidente della Banca Popolare del Cassinate, Vincenzo Formisano, che, ha ribadito l’aura genuina dell’opera di Fernando Miele, sottolineando la forza di un uomo che ha tracciato la sua strada sempre guidato dall’ambizione e dall’umiltà. Si può essere ispirati da entrambi i valori, ci tiene a precisare Formisano, l’una non esclude l’altra e se si è in grado di agire secondo tali principi che navigano all’unisono è possibile raggiungere qualsiasi obiettivo, persino mettersi a nudo sulla pagina scritta. D’altronde, come ribadisce il presidente della

Banca Popolare, leggendo il passo introduttivo del libro: Per scrivere di sé stessi non occorrono titoli, lauree, onorificenze.

Ha poi preso la parola il Preside Giacomo De Luca che, con i suoi

magnifici 94 anni d’età, non manca di far sentire la sua coinvolgente testimonianza di lettore scrupoloso e commosso. raccontando aneddoti amorosi, idee, incontri e le esperienze di ristoratore di Fernando. De Luca ricorda, con una memoria di ferro, tutti quegli avvenimenti che hanno permesso all’autore di costruire, passo dopo passo, la sua preziosa identità. Un’identità fatta di rispetto, abnegazione, morale, accompagnate dall’amore incondizionato per la sua compagna di vita, Lidia.

A concludere lo psicologo e sociologo Luigi Pietroluongo, che con grande lucidità d’analisi paragona l’autore del libro al celebre personaggio letterario Don Chisciotte di Miguel De Cervantes, per nobiltà d’animo, tenacia e determinazione. Nell’esaminare il

significato complessivo dell’opera, il dottor Pietroluongo sottolinea il grande messaggio di speranza che se ne desume, affermando quanto quest’ultima, la speranza, sia ben diversa

dall’ottimismo che non presuppone l’agire dell’io con senso di responsabilità e sacrificio. In definitiva, è solo passando attraverso il buio che ci si può incamminare verso la luce. E la luce appare se ci si dà agli altri senza secondi fini, proprio come fa Fernando, perché, come ricorda il sociologo che cita una bellissima poesia di Franco Arminio, “le persone si incontrano / per rinascere. Nascere / non basta mai a nessuno.”

 


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