Opinioni - Il popolarismo come DNA politico italiano: dalla DC ai giorni nostri, tra maggioritario e populismi. L'Italia non è di destra, non è di sinistra: è 'democristiana' (ecco perché)
L'Italia non è mai stata di destra, certamente mai di sinistra, è sempre stata un Paese poggiato sul popolarismo, e l’unico partito popolare che ha governato il Paese per oltre 50 anni è stata la Democrazia Cristiana. La DC è nata su solide basi, dall’Enciclica di Papa Leone XIII la “Rerum Novarum” del 1891 , da quelle indicazioni Don Luigi Sturzo nel 1919 fondò il Partito Popolare Italiano nel quale militò anche Alcide de Gasperi.
Vero che nel 1922 il PPI designò nel Governo Mussolini che ottenne la fiducia in data 16 novembre del 1922 due Ministri in quota PPI, ma dopo soli cinque mesi, Aprile del 1923, De Gasperi che era un importante dirigente del PPI, ne decretò l’uscita.
Nel 1924 De Gasperi divenne Segretario del PPI ed iniziò una intensa campagna politica avversa al Fascismo tanto da dover cercare rifugio all’estero, ma fu catturato e condannato a 4 anni di reclusione poi ridotti a due. Nel 1926 il Fascismo in data 9 novembre decretò il proscioglimento forzato del PPI.
Al volgere verso la fine del ventennio del fascismo, guidato da Don Luigi Sturzo anche lui perseguitato dal Fascismo e costretto all’esilio a Londra nel 1942 De Gasperi, insieme a tante altre persone fondò la Democrazia Cristiana che basava i propri principi etici in quel codice di Camaldoli che prese forma in un documento completo nel 1943 con i famosi 76 punti.
Un documento che ha rappresentato il pilastro sul quale fu edificata la DC, ed uno dei punti principali di quel Codice era la lotta a qualsiasi forma di totalitarismo; 76 punti raccolti nel Codice di Camaldoli sul quale la DC ha costruito la propria storia di libertà e di progresso e contro ogni tipo di totalitarismo.
Per circa mezzo secolo il sistema elettorale proporzionale ha sempre riconosciuto alla Democrazia Cristiana il ruolo di guida del Paese, che certamente non si è mai rilevato un Paese che guarda a sinistra ma nemmeno a destra relegando la destra a misere percentuali, pur rappresentata da un grande uomo politico come Giorgio Almirante.
Poi è arrivata la Seconda Repubblica e sono cambiati due elementi fondanti della politica: sono scomparsi i partiti e sono emersi i populismi di ogni colore. Due elementi che poi hanno condizionato anche il nuovo sistema elettorale che oggi è stabilmente orientato verso un sistema maggioritario che costringe l’elettore ad una scelta di campo, e gli italiani hanno continuato a scegliere le posizioni anticomuniste ed antisinistre come sempre.
Questo non significa che l’Italia sia un Paese di destra, certamente non è di sinistra, bisogna tener conto che questo sistema elettorale privilegia l’aspetto della credibilità del leader, ed oggi è indubbio che la Meloni rappresenti questo elemento di credibilità, come lo ha rappresentato in passato Silvio Berlusconi.
Questo è solo una ricostruzione storica per dimostrare che il Paese non è di destra e soprattutto che mai la DC lo è stata. Oggi sarebbe ancora più serio chiedersi cosa sia la destra e cosa sia la sinistra e su quali basi poggiano la loro storia, la risposta potrebbe essere disarmante perché potremmo accorgerci che sono gli eventi a condizionare la politica e non viceversa e scoprire che destra e sinistra sono svuotati di ideologia e di punti di riferimento e si tengono in piedi solo per il terzo principio della dinamica.
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