Piazzali pieni e concessionarie vuote, Stellantis rischia un altro stop

Economia - Gli operai dovrebbero rientrare il 24 febbraio, ma le commesse ancora non sono sufficienti: c'è rischio che i cancelli restano chiusi fino a marzo. Di Traglia della Fiom: "Difficile che con l'elettrificazione dei modelli già in produzione ci ci sia una ripresa". Alla Cogeme, intanto, riparte la trattativa

Piazzali pieni e concessionarie vuote, Stellantis rischia un altro stop
di autore Alberto Simone - Pubblicato: 19-02-2025 12:42 - Tempo di lettura 2 minuti

Le commesse ancora non arrivano, la produzione di nuove auto rischierebbe di andare a riempire solamente i piazzali esterni dello stabilimento Stellantis di Piedimonte San Germano, non le concessionarie: per questo motivo, con molta probabilità, la fabbrica di viale Umberto Agnelli - la più grande e importante della regione Lazio, che sviluppa un indotto di migliaia e migliaia di lavoratori - rischia di non riaccendere i motori neanche lunedì prossimo, 24 febbraio.

Manca ancora il timbro dell’ufficialità, che sindacati e operai sperano non arriverà: è però molto probabile, secondo quanto trapela da ambienti ben informati, che i cancelli della ex Fca, chiusi da mercoledì scorso, non riapriranno la prossima settimana, ma direttamente il prossimo mese di marzo. 

Dall’inizio del nuovo anno i cancelli sono rimasti aperti solamente per 13 giorni: c’è il concreto rischio che tali resteranno nei primi due mesi del 2025. E per il futuro le speranze sono al lumicino, come spiega il segretario della federazione provinciale dell Fiom-Cgil di Frosinone e Latina Andrea Di Traglia: “I nuovi modelli - dice - non sono altro l’elettrificazione dei modelli, Alfa Giulia e Stelvio, che oggi già produciamo a motorizzazione endotermica.

Le nuove regole impongono però di produrre veicoli endotermici in base alla percentuale di vetture ibride. Una percentuale che oggi è prossima allo zero considerando che dell’unico modello full electric, il Grecale, ad oggi in produzione se ne producono poche unità al giorno. Serve un cambio di passo netto: la piattaforma che abbiamo a Cassino è modulare dunque vi si possono produrre anche delle utilitarie, non per forza auto di lusso e di alta gamma”.

Intanto, a causa della crisi automotive e del blocco di Stellantis, le ripercussioni si fanno sentire anche sulle fabbriche dell’indotto: il 25 febbraio resta confermato il vertice al Mimit sul caso De Vizia mentre oggi alle 15 è in programma un vertice alla Cogeme di Patrica tra azienda e sindacati. In questa fabbrica le sigle di settore confederali Cgil, Cisl e Uil hanno proclamato lo stato di agitazione fino a nuove decisioni.  “Il paradosso che abbiamo dovuto per l’ennesima volta registrare  - spiegano in una nota i sindacati -  è stata la cancellazione in un solo colpo del premio di risultato e dei buoni pasto fino ad ora riconosciuti grazie a precedenti accordi sindacali e nel frattempo scaduti”.  

Le motivazioni dichiarate al tavolo da parte di Cogeme, sono tutte da ricercare in una crisi del settore automotive che secondo la stessa azienda sta determinando un calo delle commesse ed incertezze sul futuro della stessa realtà di Patrica e più in generale dell’intero comparto. Oggi ben 120 lavoratori attendono la fumata bianca.
 





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