"Non è più emergenza, è un problema strutturale": la denuncia di Grieco sulle carceri

Politica - Sovraffollamento, carenza di servizi, diritti negati: la crisi del sistema penitenziario. La consigliera di Cassino: "Ha ragione il garante Anastasia quando dice che il carcere è sempre più luogo di morte e disperazione e che, in uno stato che si professa democratico, una simile condizione non è tollerabile oltre"

"Non è più emergenza, è un problema strutturale": la denuncia di Grieco sulle carceri
di autore LeggoCassino.it - Pubblicato: 22-02-2025 10:00 - Tempo di lettura 3 minuti

"L'ennesima morte in carcere e' la prova di un sistema, quello penitenziario, che ha  tradito non solo la missione affidatagli dalla costituzione (una pena rieducativa) ma che non riesce più a garantire neppure gli standard minimi di dignità della persona. Intrappolati in pochi metri e con pochi diritti, i soggetti ristretti vivono ai limiti dell'umanità". 

A parlare è la consigliera comunale di Cassino, Sarah Grieco, che spiega: "Ci lasciamo alle spalle un annus horribilis dove i suicidi sono arrivati a quota 90 e il 2025 non è iniziato meglio: sono già 14 le persone che si sono tolte la vita in carcere. Frosinone è al  tredicesimo posto tra tutti gli istituti penitenziari d’Italia; l'ultimo detenuto si era impiccato a settembre dello scorso anno. Snocciolo i dati di questa macabra contabilità per far capire che non si può continuare a restare indifferenti.

Le istituzioni, a partire dall'Amministrazione peniteziaria, anzichè intestardirsi in circolari sempre più restrittive, dovrebbero farsi seriamente carico di un problema che non è neppure più definibile come emergenziale ma strutturale. Senza spazi adeguati, servizi sanitari adeguati, attività trattamentali adeguate, fondi adeguati la situazione non potrà che peggiorare e ci ritroveremo a registrare nuovi tristi record, come quello dello scorso anno.

E poi servono riforme serie. Penso, fra tutte, a quella del testo unico sugli stupefacenti, oltre ad un utilizzo più cauto delle misure cautelari,  a partire dai pubblici ministeri che hanno trasformato la custodia cautelare in carcere da extrema ratio in regola. Per non parlare dei diritti negati.Abbiamo una sentenza costituzionale, quella sulla sessualità in carcere,  che, a distanza di un anno, è pressoché ignorata: i colloqui intimi nel nostro Paese sono un diritto esegibile solo su carta.Quanto la coltivazione degli affetti potrebbe alleviare quella sofferenza ristretta non ci è dato sapere.

Purtroppo questi sono tempi difficili per l'uso della "ragione".Una ragione che dovrebbe riusciure ad andare oltre gli steccati del populismo penale ma credo che, al di là delle bandiere politiche,  questa drammatica situazione non possa lasciare nessuno indifferente.  È quanto è successo in consiglio comunale a Cassino, dove, lo scorso novembre, la mozione sulle carceri ha trovato l'accordo unanime di maggioranza e opposizione . Gli sforzi di tutti coloro che, giornalmente,  fanno del loro meglio per dare speranza, supporto e garanzia dei diritti non potrà servire a molto. Penso, ai nostri tutors, che affiancano gli studenti ristretti nello studio universitario o ai tanti operatori dello Sportello per I diritti dei detenuti che cercano di migliorare la loro condizione.

La sensazione che circolava tra di loro, alla notizia dell'ennesimo suicidio, (molti erano lì mentre Andrea, questo il nome del detenuto, si toglieva la vita ) era sostanzialmente di smarrimento,  per i più giovani; di impotenza, per quelli con maggiore esperienza. Ha ragione il garante Anastasia quando dice che il carcere è sempre più luogo di morte e disperazione e che, in uno stato che si professa democratico (aggiungo io), una simile condizione non è tollerabile oltre".





Articoli Correlati


cookie