Opinioni - Dallo squilibrio nella rappresentanza in Consiglio regionale alla mancanza di incarichi di rilievo, la provincia di Frosinone è vittima di un'ingiustizia che richiede un'azione urgente per ripristinare l'equilibrio e garantire una rappresentanza equa
Un'emarginazione evidente alla quale andrebbe posto immediato rimedio quella che vive la Ciociaria all’interno della Regione Lazio. Un'emarginazione che nasce dalla rappresentanza numerica per finire alla politica. Una vecchia storia nei rapporti di forza tra Roma e le Province, con Roma che drenala gran parte degli incarichi e delle risorse. Uno squilibrio che nasce dai numeri.
Basta solo confrontare il rapporto esistente tra i votanti e gli eletti in Consiglio regionale per rendersene conto, uno squilibrio tra le Province che non può più essere tollerato. La Provincia di Roma elegge un Consigliere regionale ogni 35 mila votanti, Rieti un Consigliere ogni 27 mila, Viterbo uno ogni 36 mila, Latina uno ogni 31mila, la Provincia di Frosinone elegge un Consigliere regionale ogni 65mila votanti, ed è anche la provincia che registra il più alto numero di votanti ben il 45%.
Lo squilibrio è evidente e richiederebbe un’azione congiunta di tutti i partiti per correggere questo scempio, come andrebbe anche corretta la Legge elettorale di attribuzione dei Consiglieri regionali, andrebbe attribuito un numero fisso e certo per ogni Provincia in base ai numeri.
Poi c’è l’emarginazione politica. Prendiamo ad esempio Forza Italia. Alle ultime elezioni regionali in Ciociaria ha portato in dote ben 18.700 voti pari al 10.43% consentendo al partito regionale di eleggere un secondo Consigliere a Roma dove Forza Italia ha preso il 6.42%. Un successo di Forza Italia in Ciociaria che supera la media regionale del partito grazie a tutti quei candidati che hanno profuso il loro impegno personale, non ha eletto il Consigliere per una legge elettorale sbagliata.
A fronte di questi risultati, è il solo partito, in Ciociaria, che non ha avuto alcun tipo di ristoro nemmeno in alcun Ente di rilevanza regionale, questo pone con ancora più forza la necessità di un riequilibrio di qui dovrebbe farsi carico la politica.
Fra poco più di due anni si ritornerà al voto e bisognerà anche capire come Forza Italia riuscirà a mettere in piedi una lista che avrà l’unico obiettivo di contribuire a far eleggere un Consigliere di Forza Italia in qualche altra provincia senza avere mai alcun ristoro in cambio. Difficile trovare in giro martiri pronti al sacrificio, né volontari con un certo seguito elettorale pronti alla candidatura, ma una lista debole non metterà in difficoltà il partito in Ciociaria, che nulla ha da difendere, ma Forza Italia nell’intera Regione, con tutte le conseguenze negative che ne scaturiscono.
Sta un po' meno peggio FDI che a fronte di due Consiglieri regionali eletti, come incarico di un certo peso ha solo la Presidenza della Commissione sanità. Una presidenza che con la Giunta Storace consentì all’allora Presidente Foglietta di essere eletto al Parlamento Europeo.
Gli incarichi istituzionali, gli assessorati di peso, le Presidenze esterne tutte e solo a Roma, alle provincie meno di niente e sono anni che si discute su un nuovo status di Roma Capitale sganciato dalla Regione Lazio, ma si discute inutilmente nel frattempo le provincie languono nel disinteresse generale.
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