Crisi Stellantis e indotto, adesso i sindaci del cassinate scrivono a Giorgia Meloni

Economia - La decisione è giunta ieri durante la Consulta, su proposta del primo cittadino di Castrocielo, Gianni Fantaccione. Il monito di Gioacchino Ferdinandi: "Le famiglie monoreddito legate al settore automotive stanno rinunciando a far studiare fuori i loro figli". Fim, Fiom e Uilm proclamano lo sciopero unitario il 28 marzo: ecco perché

Crisi Stellantis e indotto, adesso i sindaci del cassinate scrivono a Giorgia Meloni
di autore Alberto Simone - Pubblicato: 05-03-2025 11:41 - Tempo di lettura 4 minuti

Famiglie costrette a far studiare i figli al di fuori del territorio: mantenere l'università ai ragazzi non è più così facile e così scontato per le coppie monoreddito da quando la crisi dell'automotive ha iniziato a mordere sempre di più. A rivelarlo è stato il primo cittadino di Piedimonte San Germano Gioacchino Ferdinandi nel corso della Consulta dei sindaci del Lazio Meridionale che si è svolta ieri nella sala Restagno del Comune di Cassino. Tante, ormai troppe le richieste di aiuto che arrivano ogni giorno agli uffici dei servizi sociali dei municipi. Per questo motivo gli amministratori locali hanno deciso di mantenere alta la guardia e l'attenzione sul tema Stellantis e di far presente il dramma che stanno vivendo le famiglie del territorio direttamente alla premier Giorgia Meloni.

In che modo? Con una lettera aperta, che nei prossimi giorni dal palazzo di piazza De Gasperi verrà inviata direttamente a Palazzo Chigi. L'idea è stata del sindaco di Castrocielo, Gianni Fantaccione, che ha poi spiegato: "Non ci siamo mai illusi su una possibile svolta positiva neanche dopo dopo l'accordo siglato a dicembre scorso tra Governo e Stellantis. Per il momento abbiamo assistito solo ad annunci, ma poi nel concreto solo notizie negative, continui stop produttivi e cancelli ancora oggi chiusi.

Tutto questo - ha spiegato il sindaco - si riflette in modo negativo sui lavoratori, ai quali tra l'altro è stato ridotto di oltre il 50% anche il premio di produzione del 2024. Situazione quindi drammatica e che necessita di nuovi e ulteriori interventi della politica e in particolare del governo, l'unico che può interloquire in maniera forte con Stellantis, che ad oggi sembra non abbia presentato alcun piano industriale per il rilancio del settore".

Il presidente della Consulta dei sindaci, Enzo Salera, ha dato subito l'ok. Ad entrare nei tecnicismi della missiva che verrà inviata alla presidente del Consiglio è stato il sindaco di Piedimonte San Germano, Gioacchino Ferdinandi, che ha spiegato: "Purtroppo questa crisi questa transizione si sta prolungando troppo e tante famiglie che vivono con un solo reddito da un contratto metalmeccanico sono in una situazione di grande complessità in quanto il Governo mette a disposizione delle misura a contrasto alla povertà rivolte a coloro che hanno un Isee inferiore a 8.000 euro. Ma di fatto tante di queste famiglie del territorio investite dalla crisi dell'automotive hanno sulla carta un Isee molto più alto, ma in realtà lo stipendio è molto basso quindi hanno grosse difficoltà ad arrivare alla fine del mese: è quindi necessario un intervento governativo per rivedere i criteri di accesso alle misure di sostegno, tenendo conto del reddito reale e non solo di quello nominale. Potrebbero essere introdotte misure specifiche per le famiglie legate all'indotto metalmeccanico, che tengano conto della loro particolare situazione economica".

Nella missiva che verrà inviata a Giorgia Meloni, oltre ad illustrare la situazione di disagio economico e di forte crisi, i sindaci faranno però anche alcune proposte. Lo hanno spiegato Enzo Salera e Gioacchino Ferdinandi, condividendo la tesi con tutti gli amministratori presenti ieri in sala Restagno.

Si parlerà, tra le altre cose, anche di riconversione: "Bisogna capire - spiegano i sindaci - se parte dello stabilimento Stellantis che oggi non viene più utilizzato per la produzione dell'automobile possa essere strategico per altro: il governo inizi già da subito a capire cosa può iniettare all'interno di quel sito, visto che presenta anche delle infrastrutture importanti come quella dello scambio intermodale e quindi può diventare un importante polo logistico. Infine, bisogna capire come accompagnare questa transizione energetica che si sta molto prolungando: le famiglie sono vessate e quindi, talvolta, anche impossibilitate a far studiare i figli".
 

LO SCIOPERO

Il 12 novembre scorso, dopo otto incontri per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro dei metalmeccanici con Federmeccanica e Assistal, si è determinata una rottura al tavolo della trattativa (iniziata il 30 maggio 2024) dopo che la controparte non ha risposto alle richieste contenute nella piattaforma di Fim, Fiom, Uilm ma ha presentato una vera e propria “contropiattaforma”. Fim Fiom Uilm hanno subito ritenuto grave la volontà di Federmeccanica e Assistal di voler cambiare le regole del modello contrattuale che nella sostanza significa nessun aumento certo per i prossimi anni, ma tutto legato all’andamento dell’inflazione disconoscendo quanto già pattuito nel CCNL 2021. Su queste basi, per Fim Fiom Uilm è stato impossibile continuare il confronto e conseguentemente sono state proclamate tra dicembre e febbraio 16 ore di sciopero con il blocco delle flessibilità e degli straordinari.

Un comportamento irresponsabile da parte di Federmeccanica e Assistal che con la loro intransigenza e arroganza continuano ad impedire l’avvio della trattativa per il rinnovo del contratto nazionale, che mai come in questa fase può rappresentare l’antidoto alla crisi e alla riduzione dei volumi produttivi del Paese e può portare all’aumento del salario e del potere d’acquisto delle retribuzioni delle lavoratrici e dei lavoratori metalmeccanici oltre al miglioramento delle normative, che rappresentano un’irrinunciabile avanzamento dei diritti e delle condizioni di lavoro.

La riuscita degli scioperi fin qui effettuati, la partecipazione dei lavoratori alle tante iniziative svolte, anche in modo articolato, sul territorio nazionale confermano la determinazione dei sindacati e dei lavoratori a sostenere le richieste contenute in piattaforma che devono essere assunte anche da Federmeccanica e Assistal come base per avviare la trattativa.

Per questo Fim Fiom Uilm hanno deciso di proclamare ulteriori 8 ore di sciopero nazionale che si effettueranno in tutto il Paese nella giornata del 28 marzo con manifestazioni regionali e provinciali continuando la mobilitazione e la lotta con il blocco degli straordinari e delle flessibilità, con i presidi davanti gli ingressi delle fabbriche, fino alla riconquista del tavolo di trattativa e di un accordo da sottoscrivere in tempi rapidi e in sintonia con le aspettative e il giusto riconoscimento del lavoro svolto dai metalmeccanici. La giornata di mobilitazione e di sciopero di 8 ore del 28 marzo sarà preceduta da tre grandi assemblee partecipate da migliaia di delegate e delegati RSU, una al Nord, una al Centro e una al Sud, che si svolgerà il 21 marzo con la presenza dei Segretari generali di Fim Fiom Uilm.





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