Cronaca - L'ufficio manutenzione della città faro di cultura del mondo, e che vuole candidarsi a capitale della cultura, ha fatto affiggere dei cartelli di divieto sul centralissimo corso della Repubblica dove si raccomanda che i cani vanno tenuti al... "quinzaglio"
Ad allungare la serie del nulla resterà impunito, ci ha pensato il comune di Cassino. L'ufficio manutenzione della città faro di cultura del mondo, e che vuole candidarsi a capitale della cultura, ha fatto affiggere dei cartelli di divieto sul centralissimo corso della Repubblica. Sulla parte alta del cartello svetta lo stemma della città, poi vai a leggere e che trovi?
Che i cani vanno tenuti al "quinzaglio" e non al guinzaglio come lingua italiana comanda. A provare a metterci una pezza, il solito comandante della polizia locale Giuseppe Acquaro che, leggendo il cartello non credeva ai suoi occhi. Il dirigente e capo dei vigili, ha immediatamente contattato l'ufficio manutenzione comunale per rimuovere o quanto meno correggere il monumentale "quinzaglio".
Ignorantia imperat? Speriamo di no. Potrebbe essere un errore di battitura. "C'è di peggio" ha commentato il consigliere comunale di maggioranza Riccardo Consales. Bhe sicuramente meglio il quinzaglio che una botta in testa.
Nora Noury di FDI ha di fatto assolto chi ha commesso l'errore dichiarando che "è l'ignoranza del pensiero ad essere pericolosa". Ovviamente, il cartello non lo ha di certo stampato il comune, e poi i caratteri sono abbastanza piccoli e accorgersi di una "q" al posto di una "g" non è semplice.
La vicenda ha fatto in breve il giro della città, scatenando specie sui social, ilarità e polemiche. E poi, c'è il problema della punibilità di chi non rispetta il divieto di tenere il cane al guinzaglio. Il potenziale trasgressore può sempre giustificarsi dicendo che il suo amico a quattro zampe, ha il guinzaglio e non il quinzaglio!
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