Da operai a pendolari della speranza. L'odissea dei lavoratori De Vizia

Economia - I 32 padri di famiglia rischiano di restare non solo senza occupazione, ma anche senza alcun ammortizzatore sociale in caso di licenziamento volontario. Il trasferimento a Roma nell'appalto Ama appare proibitivo. Domani l'incontro a "Il Boschetto". Intanto Stellantis riapre, ma solo per pochi giorni. Tutti i dettagli

Da operai a pendolari della speranza. L'odissea dei lavoratori De Vizia
di autore Alberto Simone - Pubblicato: 09-03-2025 10:30 - Tempo di lettura 3 minuti

Dopo il danno, la beffa. I 32 lavoratori della De Vizia rischiano adesso di restare non solo senza lavoro, ma anche senza alcun ammortizzatore sociale. Come stabilito nell’ultima riunione di giovedì tra azienda, sindacati e regione Lazio, gli operai che fino ad oggi si occupavano di pulizie nello stabilimento Stellantis di Piedimonte San Germano verranno trasferiti a Roma con gli addetti di Ama, in quanto la multinazionale non ha rinnovato l’appalto e ha internalizzato il servizio. Per evitare i licenziamenti, l’unica strada percorribile da parte di De Vizia era quella di trasferire i lavoratori nella Capitale e per istruirli in quelle che saranno le nuove mansioni ha convocato una riunione per domani all’Hotel ‘Il Boschetto’ di Cassino; dopodichè, da martedì, inizierà la prova: dal 1° aprile partiranno con il nuovo contratto.

Ma al momento sono pochi i lavoratori intenzionati ad andare nella Capitale. “Il problema - spiega il segretario provinciale della Uilm Gennaro D’Avino - è che in caso di licenziamento volontario non avranno diritto alla Naspi e neanche alla disoccupazione, per questo noi avevamo chiesto ulteriori ammortizzatori sociali piuttosto che il trasferimento obbligatorio, anche perché non è affatto facile arrivare a Roma alle 5.30 del mattino oppure tornare a casa all’una di notte dopo il turno serale. E la beffa ulteriore è quella di chiedere ai lavoratori, già gravati da mesi di salari decurtati, di anticipare le somme necessarie per la trasferta, che verranno rimborsate solo in futuro: siamo all’assurdo, non credo che tanti potranno accettare queste condizioni”.

Una vera e propria odissea quella che stanno vivendo i lavoratori, in sciopero dal 18 novembre quando Stellantis aveva annunciato di voler internalizzare il servizio. “Era meglio se fosse finita con il licenziamento, almeno avevamo diritto alla disoccupazione. Con questi licenziamenti mascherati ci ritroveremo invece in mezzo alla strada senza un minimo di aiuto” commentano sconsolati alcuni operai.

Nella riunione di domani si avrà maggiore certezza su quanti saranno i lavoratori che decideranno di andare a Roma: e intanto sempre domani, dopo due settimane di stop, riapriranno anche i cancelli di Stellantis. Riprenderà solo il montaggio, però: per i reparti di lastratura e verniciatura lo start è rinviato a mercoledì. Secondo fonti ben informate si lavorerà al massimo per dieci giorni in questo mese di marzo - sono stati 13, lo ricordiamo, i giorni di lavoro tra gennaio e febbraio - dopodiché è prevista un’altra, lunga serrata, che verrà annunciata già nei prossimi giorni, quando l’azienda dovrà provvedere anche a sostituire gli operai De Vizia, dopo il mancato rinnovo dell’appalto: “I lavoratori dello stabilimento non potranno andare a fare le pulizie, si tratta di un dimensionamento e Stellantis non ha ancora aperto nessuna discussione in merito con noi sindacati” spiega sempre dalla Uilm Gennaro D’Avino.

E dopo De Vizia, ci sono altre vertenze che incombono: il 20 marzo si riunirà al Mimit il primo vertice per fare il punto su Trasnova, Logitech e Teknoservice, le società che si occupano di movimentazione auto nei piazzali: l’appalto è stato rinnovato per il 2025 per dar modo alle società di trovare soluzioni per i lavoratori - circa 200 in totale - ma Stellantis è stata chiara: non si andrà oltre, anche questo servizio sarà internalizzato nell’ottica di riduzione dei costi. Nel vertice della prossima settimana bisognerà iniziare a ragionare per trovare una soluzione.

All’orizzonte ci sono poi anche le vertenze Atlas, Iscot e Break & Lunch con centinaia di posti di lavoro che rischiano di andare persi senza rinnovo appalto e senza soluzioni alternative fattibili per i lavoratori. La Filcams-Cgil, però, non è affatto ottimista: “Il caso De Vizia ha aperto un precedente pericoloso per il sistema Stellantis”.





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