Fdi, l’errore tattico di un’unità prematura: congresso o farsa?

Opinioni - Se tutto è già stato stabilito con rara rapidità e precisione, perché scomodare iscritti e sostenitori per un congresso che suona più come una cerimonia formale che come un momento autentico di confronto? Speriamo almeno che sia divertente, visto che di sorprendente, ormai, non ha proprio nulla

Fdi, l’errore tattico di un’unità prematura: congresso o farsa?
di Dario Nicosia - Pubblicato: 11-03-2025 17:48 - Tempo di lettura 3 minuti

E così, ci siamo. Il grande giorno è fissato: domenica prossima, 16 marzo 2025, Cassino sarà teatro del congresso cittadino di Fratelli d’Italia. Un evento che, a giudicare dalle dichiarazioni ufficiali, promette... sorpresa delle sorprese... un risultato già scritto! (LEGGI QUI: Fratelli d'Italia, c'è l'accordo: sarà congresso unitario) - (E LEGGI ANCHE: FdI verso il congresso unitario: Daniele Maura plaude a Chiara Trotta).

Sì, perché i tre candidati alla carica di Coordinatore del circolo – Cosma Marino, Alberto Borrea e Vincenzo De Nisi – hanno deciso di regalarci l’illusione della "condivisione democratica". Ma diciamocelo chiaramente: se tutto è già stato stabilito con rara rapidità e precisione, perché scomodare iscritti e sostenitori per un congresso che suona più come una cerimonia formale che come un momento autentico di confronto?

Intendiamoci: l’unità è sempre un valore positivo. Anzi, raggiungerla in anticipo può sembrare addirittura un trionfo di responsabilità e maturità politica. Ma c’è un piccolo dettaglio che stona: perché proclamare questa intesa prima ancora che il congresso abbia luogo? Non si rischia così di sminuire il ruolo degli iscritti che vi parteciperanno e che, in teoria, dovrebbero avere voce in capitolo?
Non si tratta di fare polemica sterile, ma di riconoscere che un congresso ha senso se rappresenta un momento di confronto genuino. Altrimenti, quale credibilità può avere un partito che, proprio nei suoi processi interni, mostra il risultato prima ancora della partita?

In fondo, il congresso dovrebbe essere l’occasione per presentare idee, discutere linee politiche e, se necessario, confrontarsi anche duramente. Invece, tutto sembra già confezionato e pronto per essere servito. L’impressione è quella di un percorso già delineato, con buona pace di chi sperava in un dibattito vero.

Viene da chiedersi: il congresso è un’occasione di dialogo e dibattito o solo una formalità burocratica per confermare decisioni già prese a tavolino? Se l’ufficio di presidenza è già stato definito con tanto di nomi e incarichi (Borrea Coordinatore, Marino Vice Coordinatore e De Nisi Segretario), quale sarebbe lo scopo di questo spettacolo?

E allora, cari amici del congresso unitario, vogliamo davvero parlare di democrazia interna o ci accontentiamo di un copione già scritto? Perché se si tratta solo di distribuire applausi di circostanza, non sarebbe stato più semplice annunciare l’accordo senza pretendere di mettere in scena una partecipazione che rischia di sembrare più apparente che reale?

Forse sarebbe stato più intelligente evitare proclami prematuri e lasciare che l'accordo emergesse durante il congresso stesso, come risultato di un confronto autentico e di un dibattito reale. Dichiarare un’intesa già raggiunta prima del congresso non è solo un errore tattico, ma un autogol politico: svilisce il senso stesso dell’evento e tradisce lo spirito del confronto democratico.

Proclamare un’unità raggiunta in anticipo non solo priva di significato il congresso, ma riduce gli iscritti al ruolo di semplici comparse in una recita già scritta. La vera democrazia interna richiederebbe di far emergere l’accordo come frutto di un dialogo franco e costruttivo, non come un verdetto già emesso dietro le quinte. Un congresso dovrebbe essere un momento vivo e partecipato, non un copione già scritto in cui agli iscritti è riservato solo il ruolo di spettatori plaudenti. In bocca al lupo per il "congresso". Speriamo almeno che sia divertente, visto che di sorprendente, ormai, non ha proprio nulla.





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