Economia - È quanto comunicato dalla dirigenza dello stabilimento Stellantis di Cassino alle organizzazioni sindacali nel corso di un vertice: nel 2026 non solo auto full electric, anche a benzina. Ancora nessuna certezza sui tempi dell'ibrido. Sigle critiche: "Criticità irrisolte e futuro incerto"
La produzione dello Stelvio non partirà subito dopo l'estate come inizialmente previsto: slitterà a fine anno, per andare a pieno regime solo nel 2026. Ma l'anno prossimo lo stabilimento Stellantis di Cassino non produrrà solamente vetture full electric: si proseguirà ancora con quelle in versione endotermica. Questo è quanto emerso nel corso della riunione che si è svolta ieri tra la dirigenza della multinazionale del sito ciociaro e le sigle sindacali del settore, presenti al vertice con i loro segretari provinciali.
Uno dei punti chiave della discussione ha riguardato la produzione di versioni ibride per i modelli Giulia e Stelvio, una richiesta avanzata da tempo dai sindacati. Sebbene questa possibilità sia stata presa in considerazione, non c'è ancora certezza su quando partiranno: la dirigenza di Stellantis ha spiegato ai sindacati che il 2025 si prospetta un anno difficile, con una maggiore dipendenza dagli ammortizzatori sociali. I volumi produttivi resteranno in linea con quelli del 2024, senza miglioramenti significativi, e la crescita concreta dello stabilimento appare ipotizzabile solo a partire dal 2027.
I sindacati hanno sottolineato che un miglioramento della situazione sarebbe possibile attraverso un utilizzo più efficiente della cassa integrazione e un aumento dei volumi produttivi. Tuttavia, il mancato riscontro su queste richieste ha lasciato un senso di insoddisfazione tra i rappresentanti dei lavoratori. Nonostante le promesse fatte in passato, molte criticità rimangono irrisolte e il futuro dello stabilimento continua a essere incerto.
"Senza un cambio di rotta concreto e immediato - dichiarano le organizzazioni sindacali - il futuro dello stabilimento di Cassinoresterà appeso a promesse al momento non realizzate". La situazione resta dunque tesa, con i lavoratori e le parti sociali che chiedono un intervento più deciso da parte dell'azienda per garantire stabilità occupazionale e produttiva nello stabilimento di Piedimonte San Germano.
Del 'caso Cassino' e più in generale della crisi di Stellantis si tornerà a discutere anche domani, venerdì 14 marzo, al tavolo sull'automotive in programma al Mimit: "Chiederemo non solo di definire un piano di rilancio del settore, ma anche di varare una riforma strutturale degli ammortizzatori sociali", annuinciano i sindacati.
Per i rappresentanti dei lavoratori occorre ripristinare il fondo automotive nella sua interezza per supportare l'intero settore: "Chiediamo di avviare un confronto con Governo, Regioni, Stellantis e imprese dell'indotto per sostenere il reddito dei lavoratori e al contempo avviare piani di riqualificazione professionale. C'è bisogno di nuovi ammortizzatori sociali adeguati nella durata che tutelino l'occupazione e vincolino le aziende al loro utilizzo anche attraverso una rimodulazione degli oneri".
Pertanto, alla vigilia del vertice di domani i sindacati fanno sapere che chiederanno un' azione congiunta a Governo, Regioni, Stellantis e imprese dell'indotto, "per superare le attuali criticità e costruire un sistema di ammortizzatori sociali più equo, efficace e sostenibile, capace di rispondere alle esigenze di imprese e lavoratori, oggi costretti a vivere spesso con poco più di mille euro al mese".
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