Errore in sala operatoria durante il parto, condannata la Asl di Frosinone

Cronaca - Il caso, seguito dallo Studio Legale degli avvocati Giovanni Di Murro e Michela Perrozzi di Roccasecca, riguarda una giovane donna del Cassinate vittima di un errore medico che ha messo in serio pericolo la sua vita. Tutti i dettagli

Errore in sala operatoria durante il parto, condannata la Asl di Frosinone
di autore Alberto Simone - Pubblicato: 14-03-2025 12:06 - Tempo di lettura 2 minuti

Il Tribunale di Frosinone ha emesso una sentenza di condanna nei confronti della ASL di Frosinone e dell'intera equipe medica e infermieristica coinvolta in un grave caso di malasanità. Il caso, seguito dallo Studio Legale degli avvocati Giovanni Di Murro e Michela Perrozzi di Roccasecca, riguarda una giovane donna del Cassinate vittima di un errore medico che ha messo in serio pericolo la sua vita.

I fatti risalgono al 2018, quando la donna ha dato alla luce la sua prima figlia mediante parto cesareo presso l'Ospedale Santissima Trinità di Sora. Tuttavia, quello che avrebbe dovuto essere un momento di gioia si è trasformato in un calvario: nei giorni successivi al parto, la paziente ha iniziato a manifestare malessere generale e sintomi preoccupanti, erroneamente attribuiti dai medici a una depressione post-partum.

Col passare del tempo, la sintomatologia si è aggravata fino a quando, a seguito di accertamenti effettuati in una clinica privata, è emerso un dato sconvolgente: una garza laparotomica di 50x50 cm era stata lasciata nell’addome della donna durante l’intervento. La presenza del corpo estraneo ha causato una grave infezione, che ha richiesto un intervento d’urgenza per la rimozione della garza e di un tratto dell’intestino. Secondo i medici, se il problema non fosse stato individuato in tempo, la paziente avrebbe rischiato la vita a causa di una sepsi generalizzata.

Gli avvocati della donna hanno deciso di citare in giudizio non solo la ASL di Frosinone, ma anche l'intera equipe medica, sostenendo che in un'operazione chirurgica d’equipe tutti i sanitari assumono una posizione di garanzia nei confronti del paziente. La sentenza del Tribunale ha confermato questa impostazione, sottolineando come l’attività medica d’equipe sia basata sulla cooperazione tra i sanitari, con l'obiettivo comune di tutelare la salute del paziente.

Il giudice ha stabilito che vi è un chiaro nesso di causalità tra la condotta negligente dei medici e degli infermieri e il danno subito dalla donna. Poiché non è stato possibile determinare con certezza se l’errore nella conta delle garze sia avvenuto all’inizio o alla fine dell’intervento, la responsabilità è stata attribuita all'intera equipe, comprese le figure preposte al controllo del materiale chirurgico utilizzato.

Un ulteriore aspetto innovativo della sentenza è il riconoscimento del danno morale subito dal marito della donna. Il giudice ha ritenuto che l’uomo abbia subito un significativo pregiudizio, trovandosi costretto a gestire da solo la figlia appena nata e ad affrontare le gravi conseguenze della situazione sanitaria della moglie.

La giovane donna ed il marito hanno dunque ottenuto un congruo ed importante risarcimento dei danni, che, affermano gli avvocati Giovanni Di Murro e Michela Perrozzi, non potrà cancellare di certo le sofferenze patite ma che si auspica sia da monito per le strutture sanitarie ed i loro operatori a non incorrere in futuro in errori tanto gravi da mettere in pericolo la vita dei pazienti.





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