Per salvare Charles non serviva un luminare della medicina, ma un minimo di umanità

Muore un giovanissimo studente dell’Università di Cassino, il giovane Charles, non importa se viene dal Ghana o dagli Usa, importa che un giovane si sia fidato del nostro sistema sanitario e sia stato tradito.Sbagliare si può, a tutti è capitato ed a tutti può capitare, ciò non esime da un'analisi anche politica sullo stato della sanità laziale.

Voglio sperare che si sia trattato di una superficialità di una inadeguatezza del medico che ha visitato Charles al pronto soccorso, voglio sperare che si sia trattato di un errore, ma se fosse stato una trascuratezza condizionata dal razzismo sarebbe una cosa che richiederebbe l’immediata espulsione dall’ordine dei medici.

Sulle responsabilità penali sarà la Magistratura ad accertare eventuali responsabilità, ma prima di attendere gli esiti delle indagini è la politica che dovrebbe intervenire per sospendere quanti si siano resi autori di una tale condotta nella quale sembra che oltre all’inadeguatezza manchi l’aspetto umano da parte di tutti e capire, non giustificare, se la mancanza di personale abbia potuto in qualche modo condizionare questa brutta vicenda.

Lasciare per ore un giovane ragazzo nello spazio antistante gli ambulatori del Pronto Soccorso avrebbe dovuto suscitare almeno il sentimento umano di capire perché stesse ancora seduto davanti quegli ambulatori, capire che forse ciò che era stato fatto richiedeva maggiore approfondimento.

È questo l’aspetto più triste ed amaro nel constatare che a parte l’errore nella diagnosi sia mancato un briciolo di umanità e se ciò fosse collegato al colore della pelle del povero Charles, ripeto, sarebbe una cosa gravissima.

Il giudizio morale per la mancata umanità è fissato nella nostra mente, per quello relativo alle personali responsabilità attendiamo la Magistratura. Rimane un fatto incredibile, muore un ragazzo che sarebbe stato salvato non da un luminare della medicina, ma di chi avesse avuto un minimo di umanità.