Economia - Durante il convegno organizzato dalla FlmU-Cub, si è discusso del futuro dello stabilimento di Cassino. A maggio dovrebbe partire il piano per le uscite incentivate, il sindacato di base: "C'è la fila per lasciare il posto di lavoro". La Fim-Cisl: "L'accordo va valutato, no a numeri elevati"
Dopo Pomigliano e Pratola Serra, dove già nelle scorse settimane sono stati siglati gli accordi sindacali per circa 350 uscite incentivate, adesso le attenzioni sono puntate tutte su Cassino Plant. Manca ancora il timbro dell'ufficialità, ma secondo fonti ben informate, da maggio si partirà con gli esodi anche nello stabilimento Stellantis di Piedimonte San Germano. L'anno scorso è stata siglata un'intesa per 300 fuoriuscite volontarie. Ad oggi il sito ciociaro ha ancora un esubero strutturale di circa 600 unità, ovvero coloro che restano a casa anche nei giorni in cui la catena di montaggio produce, quindi è abbastanza probabile che l'azienda proponga di dimezzarlo avanzando l'ipotesi di altre 300 uscite volontarie.
Troppe, secondo i sindacati. Mirko Marsella della Fim-Cisl fa sapere che il suo sindacato non è disposto a "firmare un accordo con numeri elevati". E spiega: "Entro maggio l'azienda intende fare l'incontro per l'accordo, ma bisogna vedere bene come strutturarlo perché non si può parlare solo di uscite", intima il segretario della Fim-Cisl, che ieri insieme al collega della Fiom-Cgil Andrea Di Traglia ha preso parte al convegno nazionale sull'automotive che si è svolto ieri nella sala consiliare di Piedimonte San Germano.
Ad organizzare l'iniziativa è stato il sindacato di base FlmU-Cub che si dice soddisfatto per la piena riuscita dell'evento: "La scelta di stare vicini alle lavoratrici e ai lavoratori dello stabilimento Stellantis di Cassino - spiega la segreteria nazionale della FimU-Cub - è dettata dalle condizioni in cui versa lo stabilimento: una crisi che va avanti da tempo e che ha provocato la discesa vorticosa del numero degli occupati e le tante chiusure delle aziende dell'indotto".
Il convegno sull'automotive, dal titolo "Stellantis, quali proposte per il futuro dell'auto in Italia" è stato aperto da Franco Di Domenico della segreteria provinciale della FlmU-Cub di Frosinone, dopodiché si sono succeduti gli interventi di diversi relatori, tra cui: Stefano Fassina, economista ed ex parlamentare; Giuseppe Marziale, avvocato e giuslavorista; Davide Bubbico, professore associato in Sociologia e processi economici e del lavoro dell'Università di Salerno e, in conclusione Carlo Parini e Antonio Amoroso delle segreterie nazionali della FimU e della Cub.
All'evento hanno preso parte anche i rappresentanti di diverse società dell'indotto e alcune delegazioni di operai provenienti da altri stabilimenti Stellantis d'Italia. Il segretario della Fiom-Cgil Andrea Di Traglia ha invitato tutti ad aderire allo sciopero di dopodomani, 15 aprile: 4 ore di astensione e fine turno per protestare contro il mancato rinnovo del Contratto e il Premio di Risultato e integrazione al reddito che riguarderà non solo le aziende dell'indotto ma anche Stellantis dove si lavorerà fino a giovedì, poi dal 18 aprile dovrebbe partire un lungo stop che farà chiudere il primo quadrimestre dell'anno con soli 36 giorni di lavoro.
E da maggio, quindi, si dovrebbe partire con le uscite incentivate. L'accordo raggiunto a Pomigliano, che probabilmente sarà lo stesso che verrà sottoposto a Cassino, prevede diverse opzioni per i dipendenti, a seconda della loro situazione pensionistica e dell'età: per coloro vicini alla pensione, che matureranno i requisiti pensionistici entro 48 mesi, l'azienda garantirà un'integrazione al trattamento Naspi fino al 90% della retribuzione lorda.
Per chi non maturerà i requisiti pensionistici entro 48 mesi, l'azienda offrirà un'indennità variabile in base all'età, più un importo aggiuntivo cosi articolato: 55 anni e oltre: 33 mensilità più 30.000 euro; 50-54 anni: 30 mensilità più 30.000 euro; 45-49 anni: 24 mensilità più 30.000 euro; 40-44 anni: 18 mensilità più 20.000 euro; 35-39 anni: 12 mensilità più 20.000 euro.
A Pomigliano l'accordo è stato siglato da tutte le sigle sindacali, ad eccezione della Fiom-Cgil che si è opposta. A Cassino si vedrà, quel che appare certo è che i lavoratori non opporranno resistenza alcuna: "C'è la fila per lasciare il posto di lavoro", dice con l'amaro in bocca la delegata della FimU-Cub Rita Di Fazio a margine del convegno di Piedimonte.
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