Politica - L'esponente della direzione nazionale dei dem tira le somme: "Ci si aspettava qualche persona in più ai seggi? Forse si. Ma l'esultanza ridicola di partiti di destra è stata veramente fuori luogo. In questi mesi è successo qualcosa di importante e di decisivo per la vittoria futura". E la consigliera del Pd Sara Battisti aggiunge: "Ricordate che Giorgia Meloni, quindi il centrodestra unito, governa con meno voti di quelli espressi al referendum"
Il recente referendum, pur non avendo raggiunto il quorum, ha innescato un dibattito acceso e rivelatore sul futuro politico italiano. Ma, come sottolinea Danilo Grossi della Direzione Nazionale del PD, soffermarsi unicamente sul dato del quorum mancato sarebbe un errore. Grossi non si nasconde dietro un dito: "Lo sapevamo tutti che il quorum non sarebbe stato raggiunto." D'altronde, i precedenti referendari e le recenti affluenze alle urne, dalle europee in poi, parlavano chiaro. Eppure, Grossi elogia la lucidità di Landini nel riconoscere che non è stata una vittoria, pur difendendo l'importanza del voto.
Ma il punto cruciale dell'analisi di Grossi si sposta oltre i numeri apparenti. Quei 14 milioni di persone che si sono recate alle urne non sono un dato da minimizzare. Anzi, Grossi lo dice chiaramente: "Se guardiamo ai numeri assoluti, le persone che hanno votato SI sono molte più persone di quelle che hanno votato per la Meloni quasi 3 anni fa." Un dato che dovrebbe far riflettere, e parecchio, il governo attuale. A rincarare la dose ci pensa Sara Battisti: "Ricordate che Giorgia Meloni, quindi il centrodestra unito, governa con meno voti di quelli espressi al referendum". Un'affermazione che dovrebbe spegnere ogni "esultanza ridicola" da parte di chi oggi governa.
Il vero "lascito", secondo Grossi, non è nei freddi numeri, ma in un fenomeno più profondo, quasi sotterraneo, che sta plasmando il futuro della sinistra italiana. "La cosa più bella e che meno è stata segnalata però, è che grazie ai comitati per il SI, si sono poste le condizioni sui territori per la vittoria nei prossimi anni." È qui che il referendum ha giocato un ruolo decisivo.
Grossi ha visto con i suoi occhi una rinascita, un riavvicinamento: "Persone, movimenti e partiti in ogni comune, città, territorio hanno lavorato insieme, fianco a fianco, raccogliendo le firme e facendo banchetti, volantinaggi ed eventi, recuperando valori comuni, stando di nuovo in mezzo alla gente davvero e lasciandosi alle spalle le incrostazioni del passato: e non lo dico cosi per dire ma l'ho visto coi miei occhi, in tanti tanti luoghi." Un lavoro capillare, fatto di impegno e collaborazione, che ha gettato le basi per una vera alternativa.
La visione di Grossi è chiara e proiettata in avanti. Per lui, questa "alternativa che è diventata maggioranza nel Paese" è destinata a crescere ancora. La sua è una scommessa, ma non una scommessa al buio: "Non si può che crescere ancora. Ne riparleremo tra qualche mese. Scommettiamo?".
In attesa di vedere se Grossi vincerà o meno la scommessa, arriva la consigliera regionale del Pd Sara Battisti, a spegnere gli entusiasi della destra: "Ricordate che Giorgia Meloni, quindi il centrodestra unito, governa con meno voti di quelli espressi al referendum".
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