Opinioni - Mentre il Presidente Rocca celebra i 28 minuti di Frecciarossa da Ferentino, il paradosso di Cassino, nodo cruciale per il sud Lazio e non solo, evidenzia una pianificazione lacunosa che penalizza il vero fulcro del territorio.
Le parole del Presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, risuonano come un'eco quasi surreale nelle campagne ciociare. "La stazione Tav di Ferentino è un'opera non negoziabile", dichiara con enfasi, preannunciando un futuro di 28 minuti tra la "città del frusinate" e la Capitale. Un'autentica rivoluzione per studenti, imprese e turisti, stando alle sue proiezioni di 5.600 passeggeri al giorno. E ci mancherebbe altro, dopo anni di "ideologia" e "troppi no" che avrebbero bloccato il territorio.
Ma mentre Ferentino si prepara a godere dei fasti dell'alta velocità, in un'operazione che Rocca definisce enfaticamente "dei 28 minuti", c'è un'altra realtà che strabuzza gli occhi. Parliamo di Cassino, la "terra di San Benedetto", che non solo è un crocevia strategico tra Roma e Napoli, ma accoglie quotidianamente flussi di pendolari e viaggiatori dal sud pontino, dall'alto casertano e persino dal Molise.
Ebbene, mentre si tessono le lodi della futura stazione di Ferentino, da Cassino la cruda verità è che si fa prima ad arrivare a Roma con un treno regionale, con tutte le sue lentezze e fermate, piuttosto che sobbarcarsi il viaggio fino a Ferentino per salire su un Frecciarossa. Un paradosso che grida vendetta, soprattutto se si considera la posizione geografica di Cassino, un vero baricentro, un nodo nevralgico per la mobilità dell'intero sud Lazio e oltre.
L'entusiasmo per i 28 minuti da Ferentino rischia di oscurare una pianificazione che, ancora una volta, sembra ignorare le reali esigenze di un'area ben più ampia e strategicamente rilevante. Mentre si promette un futuro radioso a una parte del Frusinate, l'altra, quella con un bacino d'utenza ben più consistente e una vocazione naturale a fungere da snodo, rimane ai margini.
Il tavolo permanente annunciato dal Presidente Rocca, che a metà luglio dovrebbe riunire sindaci, stakeholder, sindacati e privati per "mettere finalmente nero su bianco" l'opera, dovrebbe forse allargare lo sguardo.
Perché il benessere dei territori, tanto caro a Rocca, si costruisce con infrastrutture che servano davvero chi si muove, non solo chi può permettersi un Frecciarossa a pochi chilometri da casa. A meno che la "valorizzazione delle meraviglie del Basso Lazio" non si fermi alle campagne tra Supino e Sgurgola.
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