Educazione all’affettività nelle scuole: tra progetti locali e divieti nazionali

Opinioni - Mentre gli istituti cassinati portano avanti iniziative innovative su emozioni, relazioni e rispetto reciproco, a livello nazionale la Camera approva un emendamento che limita i programmi di educazione sessuale e affettiva anche alle scuole medie, scatenando un acceso dibattito politico e culturale sul ruolo della scuola nella formazione dei giovani

Educazione all’affettività nelle scuole: tra progetti locali e divieti nazionali
di autore Angelo Franchitto - Pubblicato: 17-10-2025 10:22 - Tempo di lettura 3 minuti

Le scuole di Cassino sono attive nello sviluppo di progetti sull'affettività per diverse fasce d'età. Un esempio è quello dell'Istituto Comprensivo 3 di Cassino che ha in programma per quest'anno scolastico un progetto per la scuola dell'infanzia (3-6 anni). Si tratta di un progetto basato sulla cittadinanza attiva e sull'educazione emotiva. Ma c'è anche un progetto di Educazione all'affettività e alla sessualità rivolto alle classi quinte della primaria e le terze della secondaria di primo grado, che include discussioni su temi come identità e relazioni.

A livello nazionale arriva dalla Commissione Istruzione della Camera la notizia dell'approvazione di un emendamento con il quale viene esteso il divieto di attività didattiche e progettuali sui temi della sessualità anche alle scuole secondarie di primo grado. Si tratta di una decisione che viene inserita nel disegno di legge Valditara sul consenso informato dei genitori. In breve, si impedisce di fatto a queste scuole di realizzare programmi di educazione sessuo-affettiva, prevenzione delle gravidanze precoci, malattie sessualmente trasmissibili e contrasto alla violenza sessuale. Una norma già in vigore per le scuole dell'infanzia e primaria.

Si scatena la reazione delle opposizioni, che denunciano un grave passo indietro per l'educazione dei giovani. I deputati del Partito Democratico (PD) hanno definito l'emendamento come gravissimo. Inoltre, viene sottolineato come da decenni le scuole italiane offrano progetti cruciali su questi temi, spesso in collaborazione con le aziende sanitarie.

Irene Manzi, responsabile nazionale scuola del PD, ha collegato direttamente la decisione politica all'attualità dei femminicidi. Una risposta che restringe ulteriormente gli spazi dedicati all'educazione all'affettività e al rispetto dell'altro. Manzi parla anche di attacco all'autonomia scolastica e alla libertà di insegnamento.

Anche Alleanza Verdi e Sinistra (AVS), tramite la deputata Elisabetta Piccolotti, ha espresso forte preoccupazione nei riguardi di un provvedimento che mira verso una deriva oscurantista della scuola. Piccolotti denuncia un attacco alla laicità e alla libertà di insegnamento, temendo che la norma possa portare a gravi discriminazioni nelle scuole superiori, dove il consenso dei genitori potrebbe negare ad alcuni studenti la partecipazione a progetti contro la violenza e gli stereotipi di genere.

Infatti, la deputata ha evidenziato come l'approvazione dell'emendamento sia un segnale inquietante di arretramento culturale, che avviene nello stesso giorno dell'ennesimo femminicidio. Le opposizioni hanno chiesto alla maggioranza di fare marcia indietro su una norma che considerano un danno per le nuove generazioni.





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