Nancy Berti si racconta a Vanessa Carnevale

Nancy Berti si racconta a Vanessa Carnevale
di autore Vanessa Carnevale - Pubblicato: 17-07-2022 00:00 - Tempo di lettura 1 minuti

L'INTERVISTA - A tu per tu con la professionista di danze latino americane, ex protagonista di Ballando con le stelle

di Vanessa Carnevale

Mercoledì 13 luglio ho intervistato una donna particolarmente nota nel mondo dei ballerini (dico mondo perché si sa, loro abitano un universo parallelo impastato di musica e sogni), nonché nel panorama internazionale della danza. Sto parlando di Nancy Berti, la professionista di danze latino americane, ex protagonista di Ballando con le stelle, nonché docente nella celebre scuola di Amici, il programma di Maria De Filippi. Con questa ballerina audace e magnetica ho trascorso del tempo molto piacevole, conversando circa il legame tra mente e danza e ripercorrendo anche alcune tappe della sua carriera. Di lei mi ha colpito la tempra, la sicurezza (mista alla genuinità) con la quale ha risposto alle mie domande nonché la bellezza del suo viso, incantevole come la professione che esercita!

  • Martha Graham, celebre ballerina e coreografa statunitense, considerata la madre della danza moderna americana, ad una domanda circa il suo essere ballerina ha risposto in questo modo:

“ Mi hanno chiesto quand’è che ho scelto di essere una danzatrice, ma io non l’ho scelto. Sono stata scelta per essere una danzatrice e questa è una cosa ineludibile.”

Quanto ti rispecchi in questo aforisma? anche tu, al pari della Graham, sei dell’idea che fare il ballerino sia una vocazione più che una scelta?

Assolutamente sì, già da bambina nella mia testa era delineato il pensiero di voler essere una ballerina, sapevo già quello che ero..oserei dire! Per essere una ballerina o un ballerino bisogna continuamente immagazzinare creatività, perché la danza è un’arte al 100% e, come tale, ha bisogno di menti creative, costanti e pure. Dico “pure” perché la danza è un qualcosa di puro, una sorta di vocazione appunto. Io dico sempre che ballare NON è FARE ma ESSERE! Il danzatore nasce con dei sensi più sviluppati, al pari di un artista, una sorta di poeta che muove il corpo in relazione con la musica… ed è questo il bello, questa è la vera sfida: trasformare la meccanica dei movimenti in emozione!

- Inizialmente eri una ballerina di danza classica, successivamente sei diventata una maestra di danze latino-americane..come mai questo passaggio? C’è stato un cambiamento nella tua vita?

Guarda io ti dico che nella mia vita tutte le occasioni si sono presentate alla mia porta sempre nel momento giusto, ovvero quello in cui ero pronta a saltare e dare una svolta agli eventi. Le cose non devono essere forzate, men che mai le occasioni… quando sono pronte arrivano da sole e, in quel momento, ti scopri pronta anche tu! Non sono stata io a scegliere di cambiare tipo di danza, ma è stato questo tipo di danza a scegliere me e a completare quella che sono. Inizialmente non consideravo questa disciplina affine alla mia persona, un po’ perché ero convinta di non possedere un movimento fluido e sensuale tipico di quelle danze, un po’ perché temevo il confronto con un partner.. insomma era un mondo nuovo per me! Eppure, nonostante mi trovassi in uno stato di smarrimento, un ragazzo della mia città cercava una partner di ballo proprio per questo tipo di danze e, in quel momento, mi sono fatta avanti. Le sfide fanno paura, ma devono essere affrontate sempre! Nel momento in cui superiamo un ostacolo all’apparenza insormontabile e buttiamo giù tutte le barriere mentali che ci siamo costruite da sole, ecco che si assapora quel dolce sapore della libertà. Ed io, questa libertà, l'ho scoperta proprio nel movimento del mio corpo mentre ballo.

  • Abbattere degli schemi mentali rigidi e prestabiliti è veramente difficile ma, come dici tu, assolutamente necessario. Eppure spesso siete chiamati ad interpretare dei ruoli e/o a ballare, accompagnati dal suono di determinate canzoni, portando sul palco delle coreografie cariche di significati impegnativi e profondi. Quando ci sono messaggi così importanti da trasmettere allo spettatore, bisogna essere disposti a mettere da parte alcuni  timori e a lasciarsi andare. Ricordo lo scorso anno quando Giulia (la vincitrice di amici 2021) doveva ballare la canzone “Sei bellissima” della Bertè e la maestra Veronica Peparini ha sottolineato più volte come, nel momento in cui saliva sul palco ed indossava il rossetto rosso sulle note del “sei bellissima”, lei dovesse dimenticare tutte le sue insicurezze e trasmettere allo spettatore tutta la sua bellezza, nonché la convinzione che lei in quel momento si sentisse tale ed era felice di condividerlo con il mondo! Essere insegnanti è difficile, specie quando devi tirare fuori determinate qualità dell’allievo e, nel corso della vita, aver avuto un maestro piuttosto che un altro, fa la differenza. Cosa pensi a riguardo?
  • Sono assolutamente d’accordo, anche insegnare è una vocazione. Tra l’altro ricordo molto bene anche la coreografia di Giulia, molto impegnativa e importante! Pensa che la prima ballerina alla quale mi sono ispirata e che mi ha fatto innamorare della danza è stata proprio la mia maestra, quindi per me il ruolo dell’insegnante è fondamentale. Dico che è una vocazione proprio perché non basta essere un buon ballerino per insegnare, difatti ci sono ragazze che ballano benissimo ma non hanno quella spinta/temperamento che permette loro di riuscire a far apprendere ad altri, nonostante l’indiscussa bravura! Un’esperienza che mi è rimasta nel cuore e che mi ha fatta crescere come persona (nonché come professionista) è stato ballare con Andrea Bocelli a Ballando con le stelle. Ho avuto la fortuna di conoscere un uomo meraviglioso ed un artista a tutto tondo, con la quale ho trascorso del tempo per preparare la coreografia. Nonostante il limite visivo, se così si può definire, per lui è stato semplice imparare perché aveva già il ritmo dalla sua parte. Lui è fatto di musica e per un artista del suo spessore il ballo è stato un semplice “mettere un piede dinanzi all’altro” e lasciarsi guidare da me e dalle note. Questa esperienza mi ha fatto capire ancora di più quanto il vero limite non sia la mancanza di un sei sensi, ma la mancanza di emozioni e di passione. Per me insegnare ad un maestro come Bocelli è stato molto più semplice rispetto ad insegnare a chi non mostrava alcun tipo di emozione.

-Quanto è importante, mentre si esegue la performance, che il pubblico sia coinvolto e che mostri ammirazione?Ti è capitato di imbatterti in una platea di persone disinteressate?

Fortunatamente ho sempre trovato un pubblico caloroso ed affettuoso, anche perché generalmente le persone che vanno a vedere uno spettacolo è perché già sanno di cosa parla ed è di loro interesse, si tratta principalmente di un pubblico di nicchia.

Un’esperienza negativa è stata quella che ho vissuto con il pubblico russo, perché mi sono trovata dinanzi delle persone che badavano al piatto da mangiare e a noi davano scarsa importanza.Noi eravamo un intrattenimento alla loro cena e questo l’ho trovato assolutamente offensivo per me e per tutti gli artisti. Sono rimasta profondamente amareggiata proprio perché, in quel momento, io stavo dando tutta me stessa per loro.

Un augurio per i ballerini o per i ragazzi che vorrebbero intraprendere    un determianto percorso ma temono di fallire o di partire svantaggiati? Cosa consiglieresti loro?

Di non mollare mai, di continuare a credere nei loro sogni. Io sono nata in una balera, però i miei genitori non mi hanno supportata inizialmente nel mio sogno..dunque non avevo né le circostanze né le possibilità a mio favore, però nonostante tutto ho fatto tanta strada ed ora sono qui! Senza provare, senza osare, non si arriva da nessuna parte. RAGAZZI NON ABBIATE PAURA DELLA PAURA! Se avete una passione, anche soffocandola, esploderà da qualche parte prima o poi! Imparate ad ascoltare voi ed il vostro corpo e lasciatevi guidare da lui.

La DANZA è un LASCIARSI SCORRERE SU DELLE VIBRAZIONI, facendosi cullare da queste ultime!

-Grazie Nancy, davanti ad una professionista formidabile come te, c’è poco da dire. Anzi, pochissimo. Spero che la tua tempra, il tuo spirito combattivo e la tua determinazione possano scalfire le paure di molti e forgiare nuovi ballerini e ballerine, pronti ad affrontare le sfide e vivere per la danza. Spero inoltre che, anche per chi non volesse intraprendere questo percorso, queste parole siano un ulteriore motivo per non smettere mai di lottare!

GRAZIE MAESTRA!





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