OPINIONI - Le riflessioni del prof. Costa a margine del congresso regionale del Pd: "Da più di qualche segnale ricaviamo l’impressione che taluni, incautamente mossi non tanto da valutazioni politiche discutibili, quanto da risentimenti personali, più che a vincere, potrebbero puntare a far perdere Salera. Per la gioia e la delizia dei soliti noti maggiorenti della destra locale"
di Mario Costa*
Il risultato delle primarie di domenica scorsa per l’elezione del segretario regionale del Pd, come sapevano bene tutti, era scontato in partenza. Il 95% dei voti riportato da Daniele Leodori a livello regionale lo ha poi confermato. A Cassino l’ex vicepresidente della giunta Zingaretti ha registrato addirittura il 100%. Per Mariano Angelucci, il competitor, è uscito un solo voto dei 477 deposti dagli elettori nel seggio allestito in via Carducci.
In corso, domenica, non c’era quindi, di fatto, alcuna competizione, tranne l’obiettivo di legittimare attraverso una consultazione democratica aperta l’elezione del nuovo segretario regionale del Pd. Ora, archiviati, finalmente, i rituali auguri di buon lavoro all’eletto e qualche esagerata giaculatoria, unitamente a singole (e, in qualche caso, singolari) rivendicazioni di merito da parte di chi si è dato da fare per portare gente ad esprimere voti di preferenza per candidati all’assemblea regionale, forse non è inutile qualche pacata riflessione.
Qualcuno tra gli osservatori più attenti ha opportunamente rilevato che il sindaco Enzo Salera, tenendo conto delle diverse sensibilità dei suoi, perfino di qualcuno all’interno della sua giunta, non ha preso posizione e si è tenuto alquanto defilato. Chiaro l’intento: tenere insieme la squadra, indipendentemente dagli orientamenti dei singoli, non accentuare alcuni contrasti, proseguire nello sforzo di ricompattare per quanto possibile.
Un segnale politico opportuno che però è stato interpretato da alcuni, anzi da troppi dei suoi, quasi come un invito al disimpegno. Una sottovalutazione che ha determinato un risultato che sarebbe stato ben diverso. Se non ci fosse stata, infatti, avrebbe potuto determinare l’elezione nell’assemblea regionale anche di Romeo Fionda, segretario del locale circolo Pd. Non solo. Ma avrebbe consentito di dare una lettura più veritiera dell’attuale stato di salute (elettorale) della coalizione di Salera, togliendo fiato a voci interessate a darne una immagine di debolezza. Cosa assai diversa dalla realtà.
Comunque, nonostante la sottovalutazione, grazie a chi nel Pd si è dato da fare e grazie anche al capillare impegno di chi ha inteso mettere in evidenza principalmente la propria consistenza elettorale in termini di voti di preferenza, è stato fatto un buon lavoro quanto a partecipazione. Che poi lasci ben sperare per il futuro, si vedrà.
“La corsa è lunga, ma la tattica ferve ovunque. Quello che è certo è che tutti punteranno a vincere”, è stato scritto da un attento osservatore. Speriamo di sbagliarci, ma la certezza che tutti punteranno a vincere, non ce l’abbiamo. Da più di qualche segnale ricaviamo l’impressione che taluni, incautamente mossi non tanto da valutazioni politiche discutibili, quanto da risentimenti personali, più che a vincere, potrebbero puntare a far perdere Salera. Per la gioia e la delizia dei soliti noti maggiorenti della destra locale.
Bisogna dirlo con chiarezza, senza titubanze, per renderne coscienti i cittadini elettori rispetto al malcelato obiettivo di interrompere un’esperienza amministrativa virtuosa, faticosamente portata avanti con competenza ed onestà in questi anni, per fare di Cassino una città moderna e al passo con i tempi.
*Già vice sindaco di Cassino
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