La Lega ha scoperto le carte anzitempo, ma nel centrodestra è ancora tutto possibile

Politica - "Non è da scartare l’ipotesi che all’improvviso si possa trovare una sintesi unitaria e molto allargata  su un nome al momento molto coperto che potrebbe rappresentare una vera e grande novità per Cassino e per la politica"

La Lega ha scoperto le carte anzitempo, ma nel centrodestra è ancora tutto possibile
di autore Lello Valente - Pubblicato: 30-11-2023 13:03 - Tempo di lettura 3 minuti

Nessuna novità, eutto ampiamente previsto. Non era invece prevedibile l’errore della Lega nel non firmare un documento politico del tutto normale; ma che la Lega fosse pronta a sfilarsi dal tavolo del centrodestra era scritto sin dal primo giorno alla prima riunione. Posizione ampiamente annunciata anche dalla stampa locale.

Banale la richiesta di sottoporre i candidati del centrodestra alle primarie volute dai civici, un  errore l’aver confermato che dietro i civici e dietro la Lega il burattinaio sia lo stesso, dimostrando contemporaneamente una scarsa capacità politica di non assumersi la responsabilità diretta di bocciare un candidato.

Ho dovuto rileggere più volte il documento del centrodestra e non ho trovato alcuno spunto per una rottura, un documento che parla di una comunanza di valori e dell’impegno di scegliere insieme il candidato sindaco. Di cosa ci sia da dissentire veramente non ne trovo traccia, come non trovo traccia di nessun profilo per il candidato sindaco.

Non averlo firmato conferma che la posizione della Lega è precostituita, era già tutto previsto, ma la rottura doveva essere sul nominativo proposto da FDI. Impallinare qualsiasi candidato fino a bruciarli tutti tranne quello gradito ai leghisti nostrani.

Invece la Lega ha scoperto le carte anzitempo e non ha avuto altra scelta che rompere il tavolo del centrodestra per iniziare un cammino fuori, forse, insieme a quei civici con i quali condivide il medesimo burattinaio.  La strategia è sempre la solita: attendere il nominativo del candidato per bruciarlo, per poi  invocare un tavolo di diverso livello, proponendo un nominativo di FDI che stia bene anche alla Lega, come dire: io scelgo io il tuo candidato.

Nemmeno sarebbe condivisibile l’imposizione di  un candidato,  una qualche forma di maggioranza al tavolo del centrodestra andrebbe anche stabilita per dare l’assenso ad un candidato invece che ad un altro. A questa logica pare che la Lega si voglia sottrarre sapendo di non avere saputo costruire sponde all’interno del centrodestra.

Fallito anche l’obiettivo di delegittimare il commissario di FDI, Fabio Tagliaferri, che ha atteso senza muoversi che la Lega si suicidasse da sola, intelligentemente non ha fornito alcun pretesto  alla Lega per rompere il tavolo e si è ben guardato dal  condurre al rogo  qualsiasi nominativo avesse proposto Fdi, dimostrando anche rispetto per quanti hanno dato la loro disponibilità a candidarsi.

Del resto la Lega non vive un momento molto positivo a livello regionale, ha perso un Consigliere regionale ed un secondo  sarebbe in attesa di uscire: equilibri regionali  fragilissimi e non si ha alcuna certezza che possano reggere fino alle europee; Giulio Andreotti consiglierebbe di saper “vivere da morto” ma la scelta di Cassino va nella direzione opposta.

Rimane sempre la considerazione che la politica sia l’arte dell’impossibile, che la Lega si accorga del grave errore e rientri al tavolo porgendo le dovute scuse o che, in ragione di questa rottura, qualche antica conoscenza  possa proporsi alla guida del centrodestra avendo quale unico avversario il burattinaio e l’intera corte al seguito.

Anche questa è una eventualità da non scartare, come da non scartare è l’ipotesi che all’improvviso si possa trovare una sintesi unitaria e molto allargata  su un nome al momento molto coperto che potrebbe rappresentare una vera e grande novità per Cassino e per la politica. La cosa importante è saper rimanere  sempre nella normale  dialettica anche nei momenti più accesi: il contrasto deve sempre rimanere sui binari dell’educazione e del rispetto, in mancanza diventa difficile ricucire i rapporti politici.





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