Leone ruggisce, Costa lo redarguisce

Opinioni - Per quanto ci riguarda, nonostante tutto, forse per effetto dell’età o del nostro cuore (insospettabilmente) troppo tenero, pur da remoto, siamo stati amorevolmente “vicini” a Benedetto Leone e abbiamo solidarizzato con lui mentre il sindaco Enzo Salera lo bastonava

Leone ruggisce, Costa lo redarguisce
di autore Mario Costa - Pubblicato: 19-04-2024 17:27 - Tempo di lettura 3 minuti

Eppure senza fare il nostro nome durante il consiglio comunale di giovedì sera, su una proposta dell’Amministrazione ci aveva inopportunamente chiamato in causa assestandoci un “calcetto agli stinchi”. Colpevoli, ai suoi occhi, di essere moralisti, ahi noi!

Però, per quanto ci riguarda, nonostante tutto, forse per effetto dell’età o del nostro cuore (insospettabilmente) troppo tenero, pur da remoto, siamo stati amorevolmente “vicini” a Benedetto Leone. Sì – lo confessiamo - abbiamo solidarizzato con lui mentre, in replica ad un suo provocatorio intervento, il sindaco Enzo Salera lo bastonava, da par suo. In verità così come il consigliere, senza dubbio alcuno, meritava.

Se l’era tirata quella bastonatura per via della consueta impertinenza di cui non difetta e della quale sempre ha fatto “sfoggio” ogni qualvolta ha preso la parola dal banco del consiglio comunale. Lo ha fatto pure in quest’ultima occasione, imprudentemente incurante del fatto se avesse o meno i “requisiti” per ergersi a censore dell’altrui operato.

Finanche di quello di un affermato professore universitario e dell’ateneo di cui fa parte. Gli è stato ricordato che forse ne era un po’ privo (dei requisiti) e che avrebbe dovuto quindi usare prudenza nel duo dire.

Comunque, il nostro “sentire” è stato (colpevolmente) dalla sua parte, questa volta non da quella del sindaco, perché Benedetto Leone, più che un leone, come aveva cercato di apparire anche in questa occasione, in quel momento a noi trasmetteva l’immagine di un gattino bagnato su cui si abbatteva una di quelle grandinate destinate a togliere il sonno ai laboriosi agricoltori delle nostre rigogliose campagne.

Purtroppo, salvo sorprese dell’ultimo momento, Benedetto Leone, così come si è premurato di far sapere, non ci sarà nel consiglio comunale dove baldanzoso entrò, per le rinunce di altri, con il minaccioso avviso: “La musica sta cambiando”.  E sarà una assenza che forse parecchi non sentiranno né – beati loro! - avvertiranno il rimpianto. Non noi, però, che dall’esterno continueremo, pur se invano, a tendere l’orecchio nel ricordo della “musica” di siffatto suonatore.

E forte sarà il rimpianto per lui che anni addietro, durante una campagna elettorale, in polemica con noi e con il compianto prof. Fausto Pellecchia, brillante docente universitario di cui tanto si avverte il vuoto da lui lasciato in questa città, incurante della distanza anagrafica, con olimpica tranquillità, ebbe a definirci “due vecchi tromboni”. Gli rispondemmo con altrettanto olimpica tranquillità che lui, “giovane trombetta”, non doveva mettersi in testa di poter suonare due vecchi tromboni. Rimase infatti suonato. E pure di brutto. Ma abbiamo continuato segretamente a volergli bene, anche se finora non ci sono state “suonate” atte a farlo ravvedere.





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