Economia - A richiedere l'assise sono i consiglieri comunali di Cassino Giuseppe Sebastianelli e Franco Evangelista. La Fiom getta benzina sul fuoco: "Il peggio deve ancora venire, Tiberina ha chiesto per la prima volta il contratto di solidarietà per i suoi dipendenti"
Un consiglio comunale straordinario allegato ai sindaci del territorio cassinate per trattare l’importante tematica della crisi occupazionale che attanagliando lo stabilimento Stellantis e l’indotto. Lo hanno chiesto al presidente del Consiglio, Barbara Di Rollo, i due consiglieri di minoranza Giuseppe Sebastianelli e Franco Evangelista.
A preoccupare fortemente è "il nuovo stop della produzione annunciato questa e che non lascia ben sperare per la ripartenza autunnale. Per questo motivo crediamo che il sindaco di Cassino debba affrontare la questione in maniera ufficiale e coinvolgendo sia i vertici dello stabilimento di Piedimonte San Germano che le maestranze e i sindacati" scrivono in una nota Sebastianelli e Evangelista.
Intanto il segretario provinciale della Fiom Donato Gatti commentando i numeri di Cassino, spiega che il peggio deve ancora venore. "A Cassino l’agonia dell’indotto ha una lunga storia. Un anno e mezzo fa sono sparite diverse piccole aziende tra appalto e subappalto. Altre usano da tempo gli ammortizzatori sociali, ora in esaurimento”, racconta il segretario generale della Fiom Frosinone, Donato Gatti. Del resto, in una manciata di anni, l’impianto laziale ha visto ridursi del 90% le vetture prodotte e del 40 per cento i dipendenti.
Spiega ancora Donato Gatti: "Lo stabilimento, nel 2017, occupava 4.500 persone e nei primi sei mesi assemblò 153.263 automobili, mentre da gennaio a giugno gli attuali 2.700 operai ne hanno sfornate 15.900 tra Maserati Grecale, Alfa Giulia e Alfa Stelvio lavorando su turno unico. Tra il 2023 e il 2024, il calo è stato del 38,7%, inevitabili nuovi rigurgiti di crisi nell’indotto.
Ora a soffrire sono Tiberina che – spiegano dalla Fiom – ha chiesto per la prima volta il contratto di solidarietà per i suoi dipendenti, oltre alla Lear e alla MA, divisione di Cln Group, con i suoi 60 dipendenti intimoriti dal calo delle commesse per le future produzioni".
"Difficile che la situazione cambi nei prossimi mesi – sottolinea Gatti – Cassino infatti chiuderà con un centinaio di giorni lavorativi nel 2024 e non sappiamo ancora cosa accadrà il prossimo anno”.
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