Nazionale - Manifestazioni a Roma e nelle varie capitali europee a due anni dalla morte di Mahsa Amini. Presente anche l'ex sindaco di Coreno Ausonio
In occasione dell’anniversario dei due anni dalla morte della giovanissima Mahsa Amini, Domenico Corte, sindaco di Coreno Ausonio dal 2009 al 2019, ha partecipato in Piazza della Bocca della Verità a Roma, all’iniziativa organizzata dalle Associazioni degli Iraniani Democratici in Italia. Attraverso questa manifestazione promossa in varie città europee, si è voluto onorare e ricordare la memoria della giovane donna della minoranza curda oppressa in Iran, che il 13 settembre del 2022, mentre visitava Teheran con suo fratello, fu fermata e arrestata dalla polizia iraniana della “moralità”, perché non stava rispettando le leggi del Paese sul velo obbligatorio.
Ricorderete, Mahsa Amini dopo tre giorni, morì in ospedale, colpevole di aver indossato in modo improprio il velo. Aveva solo 22 anni. “E’ questo un importante momento di riflessione e di condivisione – ha affermato Corte nel suo intervento – sono onorato di essere al fianco del popolo iraniano e trasmettervi tutta la mia solidarietà e la mia vicinanza”. La manifestazione è stata realizzata anche per dare sostegno alla Grande Rivolta del Popolo in Iran e ai tanti prigionieri che stanno facendo lo sciopero della fame nelle prigioni iraniane per la Campagna “No alle esecuzioni”.
L’intervento dell’ex primo cittadino di Coreno Ausonio è stato incentrato innanzitutto sulla mancanza di adeguate informazioni “sono sconcertato oltre che sorpreso e demoralizzato dell’assordante silenzio dei media occidentali che non scrivono o trasmettono queste notizie atroci. Nessuno parla dell’uso della forza, degli arresti e delle detenzioni arbitrarie di massa, delle torture e di altri maltrattamenti, delle sparizioni forzate, delle tante uccisioni illegali e delle impiccagioni che si verificano ogni giorno in Iran”.
In effetti, in Iran, con la morte di Mahsan Amini iniziarono aspre proteste in particolare da parte delle donne e dei giovani studenti che invasero centinaia di piazze iraniane, che diedero inizio a vere e proprie rivolte che contaminarono anche gli altri paesi europei. Corte, che nel 2011 firmò un Appello proprio a difesa delle Donne e dei Diritti Umani in Iran, partecipando poi a decine e decine di incontri sia in Italia che a Parigi e in Albania, ha sottolineato che “pur avendo, la morte di Mashan Amini, scosso il mondo intero che finalmente si svegliò e incominciò a parlare delle repressioni e delle continue uccisioni che sistematicamente colpivano e purtroppo continuano a colpire il popolo Iraniano, dopo qualche mese è tornato il silenzio assordante di sempre”.
Secondo questo ragionamento “purtroppo proprio la mancanza, sulla scena globale, di risposte e di prese di posizioni da parte del resto del mondo, alla continua repressione, ai massacri e alle esecuzioni che avvengono ormai da decenni, ha incoraggiato il regime clericale a persistere nella repressione. Infatti, in Iran, nonostante la morte di Masan Amini abbia scatenato una vera e propria rivolta nazionale contro il regime, le autorità iraniane anziché attenuare la repressione l’hanno inasprita, hanno risposto in modo ancora più aggressivo e con una violenza inaudita contro i manifestanti. Infatti secondo Amnesty International, nel 2023, l’Iran da solo ha rappresentato il 74% di tutte le esecuzioni registrate nel mondo e purtroppo, con l’insediamento del nuovo presidente, sono addirittura aumentate”.
Diverse le personalità italiane intervenute e i rappresentanti delle varie Associazioni a Difesa dei Diritti Umani in Iran che hanno lanciato svariati messaggi. Anche Domenico Corte ha concluso il suo intervento con una serie di appelli: “Bisogna che tutti acquisiscano consapevolezza di ciò che accade in Iran e sostenere con forza e determinazione l’appello di Maryam Rajavi, presidente eletta del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana e far conoscere al mondo intero il suo Piano in Dieci Punti per il futuro dell’Iran. Bisogna porre fine alle esecuzioni. Stare qui oggi – ha affermato Corte – significa non solo ricordare e onorare la memoria di Mahsa Animi ma, attraverso lei, il nostro pensiero va oggi a tutte le donne iraniane e, più in generale, a tutte le donne che quotidianamente lottano per la libertà e per vedere affermati, riconosciuti e rispettati i propri diritti fondamentali”.
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