Scuola e Università - Cassino. Giueseppe Campoccio: "Una città che ha saputo risorgere dalle macerie e sollevarsi dalle difficoltà ha tutte le carte per candidarsi a capitale dello sport paralimpico"
“Lo sport è l’arte di allenare i sogni della vita” questo il titolo del convegno che si è tenuto all’IIS Medaglia d’Oro “Città di Cassino”. Sulla tematica si sono confrontati gli studenti con il tenente colonnello R.O. Giuseppe Campoccio, atleta paralimpico plurimedagliato. Nel suo saluto il dirigente scolastico Marcello Bianchi ha detto: “L’idea di questo incontro ha avuto origne durante la conferenza stampa di presentazione del “Mennea day”.
In quell’occasione ci siamo resi conto di quanto fosse importante per i nostri alunni approfondire e riflettere sull’importanza dello sport a 360 gradi. Approfittando della disponibilità di Giuseppe Campoccio, abbiamo invitato i nostri studenti a realizzare uno studio sul tema. I risultati delle ricerche sono stati oggetto di confronto con l’atleta paralimpico. L’obiettivo era quello di dare un orientamento ai nostri ragazzi per fornire loro strumenti idonei ad affrontare le difficoltà della vita. Vista l’importanza dell’argomento, abbiamo scelto di trasmettere l’incontro in diretta su Youtube”.
Il risultato ha premiato gli organizzatori. La curiosità dei giovani allievi, unita all’esperienza e la maturità del Campione, hanno dato vita ad una riflessione da cui trarre insegnamenti di vita”.
Presente all’evento anche il Presidente del CUS Cassino Carmine Calce. Sempre attivo nell’organizzazione di eventi sportivi di caratura nazionale ed internazionale, Calce non si è fatto sfuggire l’assist del “valore aggiunto” per porre al Campione paralimpico una domanda. “Cassino sarebbe in grado di ospitare una manifestazione sportiva con atleti paralimpici?”. La risposta è stata immediata. “Cassino – ha dichiarato Campoccio – è l’immagine della resilienza in ambito mondiale. Una città che ha saputo risorgere dalle macerie e sollevarsi dalle difficoltà ha tutte le carte per candidarsi a capitale dello sport paralimpico”.
Cosa insegna lo sport? Il campione paralimpico Campoccio ha sottolineato: “Tutti i campioni hanno un talento ma questo da solo non basta. Occorrono sacrificio, determinazione, allenamento continuo. È importante anche l’appoggio della famiglia, ricavare del tempo da dedicare a sé stessi per apprezzare quello che di bello c’è nella vita e ritrovare così energia dentro sé stessi. Eliminare la cattiva concorrenza e preferire la competizione con sé stessi, mirare a superarsi”.
Proprio sulla capacità di ripartire dopo gli “inciampi” della vita, il campione paralimpico ha raccontato la sua recente delusione, l’esclusione dalla spedizione di Parigi 2024 per un problema di salute. Un appuntamento che Campoccio aveva preparato con grande dedizione in questi anni. La ferita scotta ancora ma l’atleta sta cercando di rialzarsi con forza e determinazione, guardando avanti verso nuovi obiettivi. Si è parlato anche di inclusione. “Non basta dichiarare che siamo tutti uguali. Bisogna creare i presupposti per questa uguaglianza”.
Campoccio ha lanciato l’affondo: “Oggi, mi è permesso di entrare in uno stadio. Però, con la sedia a rotelle non posso accedere alle postazioni sugli spalti da dove vedere una partita. Il risultato è che non posso assistere come gli altri ad un evento sportivo. Dov’è l’uguaglianza?”. L’atleta si è soffermato poi sull’aspetto della sensibilizzazione. “Sicuramente lo spazio riservato in TV alle paralimpiadi ha permesso di coinvolgere l’opinione pubblica sulle diversità e le difficoltà del prossimo e questo è un passo in avanti. Noi non dobbiamo essere considerati un peso bensì un valore aggiunto per la società”.
Giuseppe Campoccio ha dimostrato poi ai ragazzi che le regole che valgono nello sport sono le stesse che valgono nella vita ed in qualsiasi ambito, a cominciare da quello dello studio. Servono spirito di sacrificio, forza e determinazione. Bisogna credere nelle proprie capacità per saper apprezzare le vittorie e ancora più per sapersi rialzare dopo le sconfitte e le delusioni.
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