Nascita di una rivoluzione musical/culturale

Rubriche - Carmine Migliore, Chitarrista, Compositore e Musicologo. Ha pubblicato i dischi "La Favola", "Nell'Infinità di Quest'Attimo" e L'Opera Rock "Animæ Oltre" e il Saggio Filosofico/Musicale "Il dionisiaco e l'apollineo nella musica jazz", inaugura oggi una nuova rubrica

Nascita di una rivoluzione musical/culturale
di autore Carmine Migliore - Pubblicato: 20-11-2024 18:52 - Tempo di lettura 2 minuti

Parlare del Rock'n'Roll, è come parlare di un bambino prodigio, discendente da famiglie prestigiose, dal sangue nobile. Il Rock'n'Roll nasce agli inizi degli anni '50 del xx secolo, dalla fusione di vari stili musicali, alcuni di origine afroamericana (Blues e Swing) e dal Country/Western, musica prevalentemente suonata dai bianchi. Alcuni esempi di musica Rock'n'Roll, in realtà li troviamo già a partire dal 1950-51, quando impazzavano alcuni sottogeneri del Rhythm and Blues e del Jive. Artisti come Arthur "Big Boy" Crudup con My Baby Left Me del 1950 (RCA), o Big Joe Turner con Shake, Rattle and Roll 1951 (Atlantic), tanto per citarne solo due, stavano "spingendo" per rivoluzionare la Musica. Purtroppo, come è sempre successo, gli afroamericani erano "ghettizzati", dovevano suonare in locali per neri e i loro dischi apparivano esclusivamente nelle classifiche afroamericane.

Dopo Joe Turner, Arthur Crudup, Fats Domino e altri arriva il "ciclone" da tutti indicato come il Padre del Rock'n'Roll, Mr. Chuck Berry. Ispiratosi sicuramente a chitarristi quali Robert Johnson e lo spettacolare T. Bone Walker, ha rivoluzionato con i suoi riffs, sia la tecnica chitarristica che la Musica in generale. Suoi i brani Maybellene - uscito nel luglio del 1955 - e Roll Over Beethoven del 1956, (la cui cover fu fatta qualche anno dopo anche dai Fab Four) entrambi usciti per la Chess Records. Nel 1958, con Johnny B. Goode, Chuck raggiunge l'apoteosi, il riff iniziale è l'emblema della chitarra Rock'n'Roll e, da quel momento, lo stile di tutti i chitarristi non è stato più lo stesso,   proiettandosi in direzioni del non ritorno (esilarante la scena presente nel film Back to the Future, dove il giovane Marty si dimena sul palco suonando nello stile di Chuck Berry). Intanto, tantissimi nuovi artisti, arrivavano alla ribalta, sia afroamericani che bianchi. Questi sono gli anni in cui tutti i teenagers, spesso in conflitto con i loro genitori, vestivano come i loro beniamini e si "impomatavano" i capelli di brillantina, assumendo movenze dinoccolate e ballando sfrenatamente, a volte anche con atteggiamenti poco leciti e provocatori (nel film Grease, del 1979, uno dei musical più importanti della storia del cinema, tutto il mondo adolescenziale di quegli anni è raccontato in maniera esemplificativa).

Little Richard (Tutti Frutti, Lucille) Eddie Cochran (Summertime Blues, C'mon Everybody), Duane Eddy (Apache), Richie Valens (La Bamba, Come on Let's go), Jerry Lee Lewis (Great Balls of Fire, Whole lotta shakin'Goin' on), Carl Perkins (Blue Suede Shoes), Buddy Holly (Peggy Sue, Everyday), Bill Haley (Rock Around The Clock), sono solo alcuni tra I cantanti più famosi dell'epoca d'oro del Rock'n'Roll. Questi grandissimi artisti però, seppure all'apice del successo, sentivano sempre forte la presenza ingombrante del Re, colui che, come vedremo, era la sintesi perfetta di questo genere musicale.

Quando si parla di Elvis Aaron Presley, non si può non pensare alla musica che, più di tutte, ha rivoluzionato, anche sociologicamente, intere generazioni di adolescenti. Elvis è la fusione perfetta del bianco con il nero, del Country con il Blues, del Gospel con lo Swing. Nato a Tupelo, sin da bambino, si è trovato "trasportato" nell'universo afroamericano essendo l'unico bambino bianco del suo quartiere. Il giovane Presley, ha potuto "vivere" tutto quello che vivevano i suoi coetanei afroamericani. Ascoltava la loro musica, cantava le loro canzoni, imparava a ballare come loro, al punto che tutto si miscelò in lui impregnando il suo essere. Elvis non dovette neanche cercare il modo di fondere gli stili, tutto confluiva in lui naturalmente.

Per l'industria discografica era una manna venuta dal cielo, i produttori potevano farlo esibire dappertutto (visto che era bianco), lui cantava il Rock'n'Roll catalizzando ed influenzando, tutto il movimento musicale. Il Rock'n'Roll ed Elvis erano come due fiumi in piena, formavano cascate che diventavano sempre più rigogliose e maestose, inondando di musica i teenagers di qualsiasi ceto sociale. La storia inizia nel 1954, quando Elvis, diciottenne, si reca negli studi della Sun per registrare (pare abbia pagato di tasca sua 4 dollari), That's all right Mama cover del brano di Arthur Crudup e Blue Moon of Kentucky. Sam Phillips, patron della Sun, restò folgorato dall'esibizione, del giovane cantante e da quel momento ebbe inizio per Presley, una carriera che, forse, solo i Beatles avrebbero potuto eguagliare.

Il "Re Mida" Elvis, con le sue corde vocali toccava note che, anche se erano già state cantate da altri, grazie a lui, diventavano oro. Rhythm And Blues, Country e Western, Gospel, Spiritual tutto, grazie alla sua voce, al suo modo di muoversi, al suo modo di vestire e di parlare, diventavano semplicemente Rock'n'Roll segnando per sempre la cultura del suo tempo. Tra i suoi più grandi successi (in ventiquattro anni di carriera ha pubblicato 61 album) ricordiamo Heartbreak Hotel, Jailhouse Rock, Hound Dog, Don't be cruel, Love me tender, All Shook Up e le cover Blue Suede Shoes, Tutti Frutti, Unchained Melody, Blue Moon, I Got a Woman, solo per citarne qualcuno.





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