Rubriche - Nella Costituzione italiana non si parla espressamente di felicità, ma l’articolo 3, in riferimento al principio di uguaglianza, attribuisce alla Repubblica il compito di rimuovere gli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della persona umana.
La felicità rappresenta uno stato d’animo di appagamento. Rientra tra le emozioni positive che si avvertono in caso di soddisfazione e realizzazione dei propri desideri. Si è felici quando si riesce a dare la giusta direzione alla propria vita, i progetti si concretizzano e le ambizioni diventano effettive.
Per natura l’uomo tende alla ricerca della felicità cercando di allontanare da sé fatica e dolore. In alcuni ordinamenti la felicità diviene un vero e proprio diritto. Nella Dichiarazione d’indipendenza degli Stati Uniti d’America firmata il 4 luglio 1776 che il perseguimento della felicità è un diritto inalienabile attribuito a tutti gli uomini dal Creatore. È lo Stato, dunque, che deve farsi garante della felicità cercando di risolvere i problemi dei cittadini, ad esempio, attraverso un efficace sistema di welfare.
Nella Costituzione italiana, invece, non si parla espressamente di felicità, ma l’art. 3, in riferimento al principio di uguaglianza, attribuisce alla Repubblica il compito di rimuovere gli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della persona umana.
In Asia, il regno del Bhutan ha istituito il Ministero della Felicità teso a incrementare il benessere dei cittadini con misure sanitarie, d’istruzione e politiche attive del lavoro.
Diverse sono le sfumature della felicità.
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