Politica - Paola Polidoro: "Siamo rimasti indietro eppure abbiamo le carte in regola per essere protagonisti ma l'amministrazione sembra dimenticarlo"
E' notizia di poche ore fa che Subiaco è stata scelta come Capitale Italiana del Libro 2025 e di questo ne siamo felici perché è una città benedettina gemellata con Cassino. Certo viene da pensare come mai Cassino resti sempre dietro, spettatrice dei successi delle altre città. Eppure non abbiamo niente da invidiare ad altre città, abbiamo una storia importante, e sicuramente l'imponente tesoro custodito a Montecassino ci pone al centro del panorama culturale. Allora mi chiedo cosa stia facendo l'amministrazione, forse ancora presa a fare il punto sulle iniziative e le risorse da intercettare per il Giubileo? Ricordiamo a chi di dovere che l'anno giubilare sarà inaugurato tra una decina di giorni, e con tempistiche e iniziative da realizzare dire che siamo in ritardo sarebbe usare un eufemismo. Allora propongo di candidare Cassino come “Capitale Italiana del Libro”.
Un’opportunità che potrebbe portare in città importanti risorse economiche, ben 500.000 euro destinati dal Ministro della Cultura. Investimenti di cui potrebbe godere la comunità nella totalità, una grande occasione di crescita. Abbiamo una storia importantissima, dagli amanuensi ai secoli più recenti. Pochi anni fa numerosi studiosi e appassionati si sono ritrovati nel monastero per prendere visione del codice 512 della Divina Commedia risalente al XIV sec, con al margine le note di Pietro Alighieri, figlio di Dante.
Ma penso anche alla storia più recente, quella del dopoguerra, quando a Cassino nacquero numerose case editrici che hanno segnato la storia letteraria locale e non solo. Penso alla tipografia Pontone, il titolare Pierino scomparso nel 2023 donò nel 2020 quando decise di chiudere l'attività, la macchina cucitrice filo-refe "Martini" che aveva più di 100 anni. Venne posizionata nel Palazzo della Cultura, allora vuoto. E penso ancora alla tipografia Sambucci e al compianto Ivo, custode dell'immenso tesoro della sua famiglia, un patrimonio di cartoline e fotografie, ma anche luogo di stampa di opere uniche e di documenti che hanno scritto la storia del territorio e dell'Università di Cassino.
C'è ancora la tipografia Ciolfi che vanta una collezione di titoli e di autori altrettanto unici. Ci sono poi tutte le altre realtà, più recenti ma sempre importanti. E allora perché non candidare Cassino come “Capitale Italiana del Libro” magari coinvolgendo le scuole di ogni ordine e grado del territorio e l'università con la Facoltà di lettere, da poco nella nuova sede della Folcara, in un concorso realizzato ad hoc con delle sezioni speciali dedicate ai compianti Pierino Pontone e Ivo Sambucci. La nostra è una città che ha tanto da offrire e molte risorse da valorizzare. Siamo rimasti indietro come Capitale Italiana della Cultura, con il Giubileo siamo spettatori. E' tempo di essere protagonisti, abbiamo le carte in regola, anche se l'amministrazione sembra dimenticarlo un po' troppo spesso.
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