Economia - Con una variazione del 5,6% al 2022 e un reddito medio di 21.592,81 euro la provincia di Frosinone fa segnare un aumento nonostante la crisi dell'automotive. Coppotelli (Cisl): "A trainare sono il Pubblico impiego e i servizi"
Nonostante la crisi del settore automotive ed in particolar modo dello stabilimento Stellantis di Cassino, un tempo vero motore dell’economia della Ciociaria e più in generale del Lazio Meridionale, in provincia di Frosinone - così come in tutta le Regione - i redditi tornano a salire.
La buona notizia arriva dall’analisi delle dichiarazioni dei redditi 2024 lavorate dai Caf della Cisl del Lazio. La dinamica è presto detta: nel 2023 con 24.579,43 euro di reddito medio, si è registrata una variazione in positivo, rispetto al 2022, del 4,4 per cento a livello regionale. Un dato che si conferma e si spalma su tutte le province, anche se con percentuali diverse.
La Ciociaria con una variazione del 5,6% e un reddito medio di 21.592,81 euro rispetto al 2022 cresce di meno rispetto a Latina, Rieti e Viterbo ma è comunque in aumento. Nello specifico Rieti segna una crescita del 6,5% rispetto al 2022 con un reddito medio di 23.743,84 euro, Viterbo 22.540,16 euro e una crescita del 5,8%, Latina 20.466,83 euro con variazione in positivo del 5,7%.
Come si vede la Ciociaria cresce di meno rispetto a Latina ma nel frusinate il reddito medio è comunque superiore rispetto ai “cugini” pontini. E questo nonostante in molti piccoli comuni i redditi siano davvero bassi: se la provincia di Roma detiene infatti la città dei "paperoni", Grottaferrata, dove il reddito pro-capite medio dichiarato è di 29.724 euro, alla Ciociaria spetta il primato opposto, quello cioè di ospitare il comune più povero. Si tratta di Terelle, comune montano del cassinate che, stando ai dati del Ministero dell’Economia e delle Finanze, nel 2024 è risultato essere il più povero del Lazio con un reddito pro-capite dei 286 residenti di 10.724 euro.
Come si spiega la salita della Ciociaria nonostante ormai da alcuni anni lo stabilimento ex Fiat abbia il freno a mano tirato? “Anche noi siamo rimasti stupiti - dice Enrico Coppotelli, segretario generale della Cisl del Lazio - . La risposta che abbiamo dato è che a Latina e Viterbo sono in aumento servizi e turismo mentre Frosinone e Rieti, storicamente trainate dalle industrie, adesso crescono invece grazie al pubblico impiego e ai servizi che riescono a sopperire alla disfatta del settore automotive.
Tuttavia il rovescio della medaglia è che si rischia una fuga di giovani perché al netto dei settori del chimico e farmaceutico, che ancora riescono a dare una certa stabilità, non si vede nuovo sviluppo e un futuro certo nel settore industriale”.
C’è poi anche un altro dato, che allarma il sindacato: il gap contributivo tra i salari degli uomini e quelli delle donne. Nella Capitale il reddito medio degli uomini, nel 2023, è di 32.428 euro contro i 24.041 delle donne e le variazioni percentuali di crescita, rispetto all’anno precedente sono state, rispettivamente, dello 0,24% e del 3,04%.
Al contrario, la crescita di stipendio degli uomini più significativa si è registrata a Rieti con una variazione del 6,5% mentre per le donne, a Viterbo (7%). “Ovviamente le performance dei redditi delle donne confermano l’enorme divario ancora presente che penalizza le retribuzioni. Un dato - conclude Coppotelli - su cui c’è ancora molto lavoro da fare per raggiungere la parità contributiva che è un fatto innanzitutto di civiltà”.
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