Tfa Cassino, corsisti in rivolta: "Non paghiamo noi per gli scandali, vogliamo i nostri soldi"

Cronaca - Non solo il cambio dei docenti, dopo l'inchiesta 'Luna Viola' si stravolgono anche orari e giorni delle lezioni e dei laboratori previsti pure di domenica. Ateneo tempestato di telefonate da chi vuole farsi risarcire, chat di whatsapp infuocate. Gli studenti pronti a mettere mano alle carte bollate: "Per noi danni economici e disagi, ora ricorso o rimborso"

Tfa Cassino, corsisti in rivolta: "Non paghiamo noi per gli scandali, vogliamo i nostri soldi"
di autore Alberto Simone - Pubblicato: 08-02-2025 12:00 - Tempo di lettura 3 minuti

“Non possiamo essere noi a pagare per quello che è accaduto all’università di Cassino. A questo punto l’ateneo ci restituisca i nostri soldi o ci prepariamo a percorrere le vie legali”. Questo l’accorato appello, che suona più come un duro monito nei confronti della governance dell’Unicas, da parte dei corsisti del Tfa di sostegno che stanno seguendo le lezioni e i laboratori previsti che però, dallo scorso 14 gennaio, quando è scoppiata l’inchiesta “Luna viola” non sono più portati avanti dai docenti Giovanni Arduini e Diletta Chiusaroli finiti agli arresti domiciliari con l’accusa di corruzione. 

Secondo la ricostruzione del Gruppo della Fiamme Gialle di Cassino che ha svolto l’inchiesta, i due docenti membri della commissione esaminatrice avrebbero favorito alcuni concorrenti che per superare agevolmente le tre prove avrebbero versato una mazzetta di 15.000 euro al titolare della scuola Cervantes di Sora, Claudio Baglione, anche lui finito agli arresti. 

Per tutti e tre, la misura cautelare applicata è stata confermata anche dal Tribunale del Riesame, che deve invece ancora esprimersi su Massimiliano Mignanelli, responsabile delle risorse umane dell’Unicas, anche lui finito ai domiciliari con l’accusa di aver fatto da tramite tra il titolare della scuola di Sora che incassava le tangenti e i due docenti dell’ateneo. 

In tutto ciò, il Tfa va regolarmente avanti e il rettore nella prima lezione dopo gli arresti aveva rassicurato i corsisti che per loro nulla sarebbe cambiato: si è provveduto subito a sostituire il prof. Arduini con il prof. Di Tore ed è stato emanato un bando per reclutare altri docenti che devono occuparsi dei laboratori. In realtà, però, per i corsisti, non cambiano solo i docenti, ma anche i giorni di lezione, facendo venir meno quello che finora è stati il vero punto di forza del Tfa di Cassino: ovvero poter seguire lezione e laboratori esclusivamente nella giornata del sabato. 

Più precisamente l’ateneo offre - o meglio, offriva - diverse possibilità: seguire il mercoledì e venerdì pomeriggio. Chi non poteva, e cioè la maggior parte di tutti coloro che vengono da altre regioni anche del Nord Italia, la possibilità di recuperare entrambe le lezioni il sabato mattina e pomeriggio, giorno in cui, infatti, il Campus Folcara è pieno di bus provenienti da Nord a Sud dell’Italia.

Dalla prossima settimana, però, non sarà più così. I docenti hanno comunicato che i laboratori si svolgeranno il venerdì pomeriggio, dalle 14 alle 20 e poi tutta la giornata del sabato. Per chi non può il venerdì, l’unica alternativa resta la domenica. Ed è vietato fare assenze oppure seguire online.

“Noi abbiamo scelto Cassino proprio perché c’era la comodità di seguire solamente il sabato, adesso dopo tutto quello che è successo vogliono modificare orari e giorni. Noi che veniamo da fuori - spiega un gruppo di corsisti che arriva da Genova - dobbiamo organizzarci con treni ed aerei e con il nostro lavoro, molti di noi il venerdì lavorano e dal decreto non era assolutamente prevista la lezione di domenica, altrimenti non certo decidevamo di venire a Cassino dove il Tfa sarebbe dovuto terminare a maggio, adesso invece si parla addirittura di luglio”. 

Le chat di whatsapp sono infuocate, ieri mattina in segreteria a Cassino sono arrivate decine e decine di telefonate. Non potendo avere il nullaosta per spostarsi in altri atenei, i corsisti chiedono di riavere indietro la somma totale: oltre 3.000 euro. “Io penso che la terza rata a questo punto, visto le spese da affrontare, la devono abolire” spiega uno dei corsisti che spiega come adesso ci sono anche problemi economici perché è necessario restare a Cassino a dormire almeno una sera a settimana da febbraio e almeno fino a giugno”. Altri corsisti sono pronti a mettere meno alle carte bollate: “Noi abbiamo scelto Cassino perché specificato che la frequenza è di sabato, adesso non si può rivoluzionare tutto, siamo pronti a partire con ricorsi di massa”.
 





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