Uguaglianza formale e disparità sostanziale: una riflessione sull'articolo 3 della Costituzione

Rubriche - Oggi la rubrica "Cittadinanza e Democrazia" accende i riflettori sul caso della sanità e altre disuguaglianze

Uguaglianza formale e disparità sostanziale: una riflessione sull'articolo 3 della Costituzione
di autore Antonella Delle Donne - Pubblicato: 15-02-2025 11:34 - Tempo di lettura 1 minuti

L’art. 3 della Costituzione italiana al comma primo enuncia il principio di uguaglianza cd “formale” affermando l’uguaglianza di tutti i cittadini dinanzi alla legge senza alcuna distinzione.

Ciò, diversamente da quanto potrebbe pensarsi ad una prima lettura approssimativa, non significa che qualsiasi situazione deve essere trattata allo stesso modo, ma esattamente il contrario ovvero trattare situazioni uguali alla stessa maniera diversificandole da quelle differenti. Costituirebbe, infatti, grave violazione della disposizione in commento accomunare contesti diversi.

Il principio di uguaglianza rappresenta la pietra d’angolo del sistema democratico, in particolare nella sua accezione sostanziale laddove viene attribuito allo Stato il compito di rimuovere eventuali ostacoli, di ordine economici e sociale, che impediscono l’effettiva applicazione di quanto stabilito dal comma primo dell’art. 3.

Quanto detto trova effettiva applicazione? Abbiamo davvero tutti uguale dignità sociale?Si pensi, ad esempio, al settore sanitario, ai lunghi tempi di attesa per una visita tramite il sistema sanitario nazionale rispetto a quelle intra moenia o presso studi medici privati e la situazione non può che peggiorare nell’ottica di un aumento dell’autonomia regionale.

Ancora siamo tutti uguali dinanzi alla legge? Quante volte è azionata la macchina del fango nei confronti di operatori della giustizia che aprono procedimenti a carico di esponenti politici o di persone di potere.

Ancora lo Stato si impegna realmente a rimuovere quegli ostacoli che impediscono la concreta realizzazione del principio di uguaglianza?

È vero, ci sono diverse misure di welfare, ma il più delle volte irrisorie. Si pensi all’importo delle pensioni per i malati oncologici impossibilitati a svolgere attività lavorative, agli esigui bonus per le famiglie numerose, alla quantificazione delle pensioni minime.

Siamo davvero tutti uguali? Scrivici cosa ne pensi: redazione@leggocassino.it

 





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