Cronaca - Dopo l'assoluzione dell'ex vice sindaco Palombo e Pasquale Matera che avevano fatto richiesta del rito abbreviato, da oggi la vicenda si è chiusa anche per l'ex assessore Benedetto Leone e per: Raffaele Valente, Lorenzo Norcia, Mariarosaria Golino e Sara D'Aliesio
Inchiesta sul bando di gara redatto dal Comune di Cassino nel 2017, per il progetto “Città femminile, comunità plurale”: dopo sei anni si chiude definitivamente il calvario giudiziario e cala il sipario sulla vicenda che ha visto coinvolti sette persone tra cui l'ex assessore ai Servizi Sociali del Comune di Cassino Benedetto Leone e l'ex vice sindaco Carmelo Palombo.
Andiamo con ordine e partiamo dal mese di aprile del 2022: dopo la richiesta di rinvio a giudizio per sette persone, indagate a vario titolo per turbativa d’asta e truffa, sono arrivate le prime assoluzioni. L'ex vice sindaco di Cassino Carmelo Palombo e il funzionario Pasquale Matera avevano chiesto il rito abbreviato. Ormai da tre anni sono scagionati da ogni accusa: il fatto non sussiste.
I primi avvisi di garanzia erano partiti a novembre del 2019 dopo alcune segnalazioni giunte tra la fine del 2016 e l’inizio del 2017 che hanno dato il via all’inchiesta ed hanno permesso di ricostruire i presunti illeciti commessi per realizzare il progetto “Città femminile, comunità plurale” finanziato per un importo complessivo di circa 50mila euro.
E veniamo all'attualità: a processo sono andati tutti coloro che non avevano fatto richiesta del rito abbreviato. leri, con sentenza del Giudice Gioia, si è chiusa definitivamente la vicenda anche per loro. Si tratta di: Lorenzo Norcia, Valente Raffaele, di Mariarosaria Golino, Benedetto Leone e Sara D' Aliesio. Due erano i capi di imputazione suddivisi in A e B. Al capo A facevano capo tutti gli imputati al capo B solo il Valente e la Golino.
Per tutti, l'assoluzione è avvenuta con la più ampia formula ai sensi dell'art 530 del C.p.p comma 1 "per non aver commesso il fatto". II PM dott. Mattei per tutti gli imputati del capo A aveva chiesto l'assoluzione. Posizione più complessa era quella della Dott.ssa Golino, difesa dall'avvocato Giorgio Cernesi, per la quale il PM dott. Mattei aveva chiesto la condanna. Dopo la brillante esposizione dell'avvocato Cernesi il giudice Gioia ha emesso sentenza di assoluzione anche per la Dott.ssa Golino ai sensi dell'art 530 del c.p.p. comma 2 con la formula che "il fatto non sussiste".
Secondo l’accusa il progetto era stato “costruito” su misura per favorire l’impresa “Format”, gestita dai coniugi Valente-Golino della città Martire e così nel gennaio del 2020 erano partito gli avvisi di garanzia. A distanza di cinque anni, cala il sipario.
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